lunedì 4 maggio 2020

Recensione "Le colpe degli altri" di Linda Tugnoli

Cari romantici, Silva Zenati ha letto "Le colpe degli altri" di Linda Tugnoli, un thriller edito Casa Editrice Nord.

Titolo: Le colpe degli altri
Autrice: Linda Tugnoli
Genere: Thriller
Editore: Casa Editrice Nord
Per acquistarlo → Le colpe degli altri

to be continued...

SINOSSI
Ogni vita nasconde un segreto. Ogni luogo cela un mistero. Ogni morte racconta una storia

La forma a ventaglio e il colore tipico di quel periodo autunnale, un giallo così acceso da sembrare innaturale. Impossibile sbagliarsi, per un giardiniere come lui: è una foglia di Ginkgo Biloba. Ed è la seconda cosa fuori posto che Guido nota in quel giardino trascurato, parte di una grande villa abitata solo per due settimane l’anno, in agosto. La prima, invece, è stata una ragazza bionda stesa a terra, con indosso un elegante vestito lungo, dello stesso punto di blu dei suoi occhi spalancati sul nulla.
Forse per colpa di quel colore che lo riporta a un passato mai dimenticato, o per quella foglia inconfondibile in un giardino senza alberi di Ginkgo Biloba – un dettaglio che Guido, per qualche strana ragione, non segnala alla polizia –, o magari per quel sentore di un profumo antico e familiare che solo lui, grazie al suo olfatto finissimo, ha percepito sulla scena del delitto, comunque sia quella ragazza sconosciuta e il suo triste destino diventano quasi un’ossessione per Guido.
Sebbene abbia svariati motivi per mantenere un profilo basso, non resiste alla tentazione d’intraprendere una sorta d’indagine clandestina parallela a quella ufficiale. E il punto di partenza è proprio la foglia di Ginkgo Biloba. Perché lì, in Valle Cervo, in alcuni giardini privati in effetti ci sono degli alberi di Ginkgo. Guido inizia così un pellegrinaggio nei luoghi che lo hanno visto nascere e da cui se n’era andato per cercare fortuna in Francia, ma dov'è tornato da qualche anno per ritrovare una certa tranquillità. Una valle dimenticata dal resto del mondo e in cui pare che il tempo sia sospeso, una valle dove tutti parlano poco e non succede mai nulla.
Ma dove sono nascosti segreti che non è più possibile tenere sepolti… 

RECENSIONE
Il mestiere di Guido è il giardiniere. Si prende cura di parchi e giardini, di abitazioni di montagna a ridosso di una delle tante valli piemontesi. Dopo aver passato venti anni a Parigi dove ha lasciato il suo passato da “naso” profumiere e la tragica fine della sua relazione sentimentale, è tornato in Piemonte per ritrovare la serenità ma la vita gli riserva altro e Guido, pur non volendo, si ritrova a dover fare il detective dopo avere trovato una ragazza assassinata in un giardino di cui si sarebbe dovuto occupare. Ma lui è solo un giardiniere con un olfatto eccezionale. Si può venire a capo di un delitto avendo solo queste capacità? E il suo passato rischierà di metterlo nei guai?
Guido fa di tutto per evitare d'indagare, ma il suo istinto di montanaro piemontese non gli permette di far finta di niente.
Si può definire delizioso un giallo? Non so se sia l'aggettivo più adatto per un libro che tratta di un omicidio, ma è certamente il termine che per primo mi viene in mente alla fine della sua lettura.

Era così che decideva se prendere un lavoro oppure no. Non accettava di occuparsi di giardini sciocchi e inutili, semplici collezioni di piante in un prato ben rasato. E in nessun caso andava a lavorare dove c'era una siepe di Tuie o di Lauroceraso, due piante che detestava, invasori dalla crescita sgraziata, dai colori innaturali, arrivati dall'altra parte del mondo per soppiantare i Cipressi, gli Allori e i Biancospini.

Parto dalla scrittura, semplice e fluida con la cadenza musicale tipica della lingua italiana a cui piccoli intermezzi dialettali aggiungono piacevolezza e danno maggior appartenenza al territorio in cui si svolge la storia.
I dialoghi sono brevi, concisi e la  scarsità di parole ne raddoppia il significato. Il romanzo è composto da capitoli semplicemente numerati con narratore esterno, ma ognuno di essi è composto da varie sfaccettature in cui i ricordi di Guido, gli incontri con  gli altri personaggi, le descrizioni dei luoghi si mescolano armoniosamente in un apparente disordine dando ritmo alla narrazione. L'idea stessa di trasformare in un investigatore un giardiniere che “indaga” seguendo le sue conoscenze botaniche e il suo impareggiabile olfatto è assolutamente deliziosa.

Ancora quel blu che lo perseguitava. Esattamente il blu degli occhi della ragazza morta. Quel colore continuava a inseguirlo nei sogni, da quella maledetta domenica. Si travestiva da cielo d'estate, vestiva degli assurdi leopardi che l'inseguivano nel sonno. Diventava materia dei suoi incubi.

Guido è un uomo che è fuggito da un passato feroce a cui tenta ancora di scappare ogni giorno senza riuscirci, anche perché ciò che gli accade lo riporta sempre allo stesso punto, al suo passato da persona immaginifica e riflessiva quale è. Mi è piaciuto subito con i suoi dubbi, le sue paure, il suo tipico non saper che dire nelle circostanza più svariate.
E gli altri personaggi? Delle vere chicche. Dal vecchio Osvaldo taciturno, ma attento osservatore, al Piccolo Giovannino bambino “magico” come lo definisce Guido, al commissario di polizia, un siciliano che si sente un pesce fuor d'acqua in Piemonte, turbato dal non saper “leggere” le persone che lo circondano, alla bella quarantenne originaria della valle ma che vive a Parigi (ancora questa città che s'insinua nei tentativi di Guido di dimenticarla) ma che torna in valle  in vacanza e che risveglia nel giardiniere sensazioni che credeva sopite. Persino il vicino di casa, fastidioso quanto una mosca, mi è piaciuto tanto ed è ben mostrato con poche semplici frasi. Sono così ben delineati tutti i personaggi da sguardi, parole, azioni che ho avuto l'impressione che, uscendo di casa, li avrei incontrati.

E la scarsa fantasia dell'autore di provincia impone ora una terza gita notturna, nonostante tutto gli dicesse a chiare lettere che non era proprio il caso, che il commissario l'avrebbe fatto a pezzetti e se lo sarebbe mangiato come antipasto prima della sua pasta n'casciata.

E, nel finale, com'è d'obbligo per un giallo, si svela il mistero ma è il cammino per arrivarci che va gustato come fosse il bicchiere di buon vino del vecchio Osvaldo da assaporare a piccoli sorsi.
Buona lettura!
Bello
Alla prossima, Silva Zenati.
Il team di Passion For Books. ♥

1 commento:

  1. Grazie Silva di questa bellissima recensione! È una vera emozione incontrare sul web una Lettrice appassionata che sembra aver conosciuto i miei personaggi e dice di averli amati. Non c'è soddisfazione più grande, perché la scrittura alla fine è una condivisione di sentimenti profondi con perfetti sconosciuti.

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