Titolo: La ragazza col cappotto rosso
Autrice: Nicoletta Sipos
Genere: Romanzo storico
Editore: Piemme
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to be continued...
SINOSSI
Nives Schwartz non ha mai pensato che nella vita di sua madre Sara si celassero segreti di cui lei non sapeva nulla. Dopo la morte della donna, però, costretta a superare il dolore in fretta per occuparsi, sola, di tutte le incombenze che spettano a una figlia, Nives trova, dimenticata, una scatola di latta. Una vecchia scatola per i biscotti che stride con l'ordine maniacale di sua madre. In essa, una vecchia fotografia che ritrae due giovani sconosciuti, qualche biglietto e una lettera. Violare l'intimità di Sara non è nelle sue intenzioni, ma quelle pagine sembrano chiamarla e così, come per caso, Nives entra in un mondo di segreti e verità taciute per più di mezzo secolo, di cui non sospettava l'esistenza. Una donna di nome Bekka Kis aveva scritto, nel 1965, una lunga lettera a sua madre, confidandole le proprie paure, lo strazio mai dimenticato di essere sopravvissuta alla Shoah, di aver perduto tutto ciò che amava. E forse di aver causato la morte di tanti. Da quel momento, per Nives inizia un'indagine per ritrovare Bekka Kis, una ricerca che è anche uno scavo nei segreti più intimi della sua famiglia, un dissotterramento di verità incomprensibili per chi non ha vissuto quel mondo.
RECENSIONE
Racconto crudele che non ci risparmia
nulla, anzi Nicoletta Sipos non si fa scrupolo di descrivere episodi veramente
agghiaccianti, tali perché nonostante siano romanzati con il segno del poi
abbiamo la consapevolezza che non sono frutto di fantasia ma sicuramente di un
orrore realmente vissuto da tantissime persone che hanno conosciuto con i
propri occhi e sulla propria pelle la parola genocidio.
“Il
passato resta per noi una ferita aperta. Ci sono stati dei giorni in cui non
sapevamo di chi fidarci. L’amico più caro poteva correre in questura a
denunciarti. In quel clima di reciproco odio e diffidenza era difficile – quasi
impossibile – dare aiuto a chi ne aveva più bisogno.”
Partendo dalla voce di Nives che alla
morte della madre, Sara, scopre attraverso una lettera che la sua vita è velata
da un certo alone di mistero, ci troviamo poi catapultati nella vita di Bekka
che attraverso un lungo flashback racconta in prima persona quello che ha
vissuto nel campo di smistamento di Oradea. Una storia toccante che mostra la
fragilità dell’animo umano e i sensi di colpa di chi è riuscito a sopravvivere
alla Shoah.
“La
ragazza con il cappotto rosso” è uno di quei romanzi che hai difficoltà a
lasciare andare perché tocca ogni corda del tuo cuore. In quelle righe
percepisci come siamo deboli, ma soprattutto siamo preda delle nostre emozioni
e dei nostri convincimenti. Non so quante volte sarei voluta entrare in quelle
pagine e abbracciare Bekka. Rassicurarla. Ma soprattutto farmi carico io di
quel fardello che è il senso di colpa. Perché non si può essere colpevoli di
essere sopravvissuti. Eppure è un tormento che affligge moltissime persone che
sono uscite vive dai campi di concentramento.
È stato altrettanto potente il
carico emotivo nel leggere come Bekka sia andata avanti, come nonostante
l’angoscia, con cui convive, sia riuscita a rialzarsi e ad affrontare il
futuro.
Il tutto accompagnato da uno stile fluido
e scorrevole. Il linguaggio e i dialoghi ti conducono in un attimo alle ultime
pagine del romanzo in maniera piacevole, lasciandoti però la pelle d’oca per la
storia appena letta.
Mi sarebbe piaciuto approfondire un po' di più la storia
di Sara e di alcuni personaggi secondari, ma comprendo che di fronte alla
drammaticità della vita di Bekka non c’era spazio per molto altro e si rischia
di perdere il vero senso del romanzo. Perché la cosa fondamentale alla fine è
ancora una volta conoscere il nostro passato per non far ripetere mai più
atrocità simili.
Buona lettura!Magnifico |
Il team di Passion For Books. ♥
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