lunedì 27 gennaio 2020

Recensione "Le concubine del pianeta Gomoro" di Lidia Calvano

Cari romantici, Dorotea Rita Giordano ha letto "Le concubine del pianeta Gomoro" di Lidia Calvano, un fantasy romance edito Emma Books.

Titolo: Le concubine del pianeta Gomoro
Autrice: Lidia Calvano
Genere: Fantasy romance
Editore: Emma Books
Per acquistarlo → Le concubine del pianeta Gomoro

to be continued...

SINOSSI
Zofar, un pianeta sterile e radioattivo, dove gli uomini sono sfruttati come forza lavoro e le donne sono schiave: è questa la punizione per una stirpe che si è ribellata alla crudele conquista degli umanoidi di Alpharian.
Tra le schiave, la rossa Ester suscita l’interesse di Oroder, il soldato che la sceglie come concubina per portarla con sé sul lussureggiante Gomoro, l’harem degli alphariani. Ma cos’ha davvero di speciale Ester?
Oroder non è spietato come il suo popolo e tra lui e la concubina scoppia un’attrazione che si tramuta ben presto in un sentimento travolgente. Ester tuttavia è chiamata a una scelta: seguire le ragioni del cuore o obbedire all’appello dei suoi simili che reclamano vendetta.
Una storia intrigante e passionale, sullo sfondo di scenari apocalittici e di guerre planetarie, che non risparmia batticuori e colpi di scena sino all’ultima pagina.

RECENSIONE
In un universo distopico e fantascientifico, gli Alpharian hanno colonizzato un pianeta, Zofar. Qui gli uomini sono stati resi schiavi, mentre le donne usate come fattrici oppure schiave per esaudire qualsiasi desiderio. Tra queste vi è anche Ester, una delle poche donne dai capelli rossi, che cattura l’attenzione di un generale dell’esercito, Oroder, che ne fa la sua concubina, portandola sul pianeta Gomoro.

I tempi in cui provavo rabbia e odio sono ormai lontani, erano emozioni inutili e distruttive verso me stessa. Ho imparato a separare la mente dalle sensazioni corporee: qualsiasi cosa deciderà di farmi non potrà raggiungermi dentro.

Ester, è un personaggio indefinito, che sopravvive alle avversità della vita, ma che non ha un carattere chiaro, e che arriva al cuore del lettore. È una continua indecisa, sa cosa vuole, ma allo stesso tempo mette tutto in dubbio non appena entra in contatto con Oroder che dovrebbe essere un suo nemico, uno da contrastare e uccidere. Il loro rapporto è superficiale, passa dall’indifferenza quasi all’amore in un niente, come se non ci fosse alcun tipo di evoluzione.

E Oroder è l’unico uomo che forse abbia visto in me anche una persona e non soltanto una schiava da cui prendere piacere.

Il problema di fondo è che l’intera storia è così, ha uno sviluppo veloce e concitato, senza che sia realmente descritto, semplicemente da una situazione se ne passa a un’altra completamente diversa.
È come se mancassero dei pezzi e si desse tutto per scontato, a partire dalle descrizioni dell’universo narrativo, al carattere dei personaggi, e ai dettagli che ti fanno entrare nella storia. Purtroppo tutto questo manca. Allo stesso modo il ruolo della donna in questo universo è quasi quello di un mero oggetto, così come Ester che mai realmente riesce a uscire da questo schema, prima è la guerra a scegliere per lei, poi lo fa qualcun altro, lei non è mai realmente artefice del suo destino, ma si lascia trasportare dalla marea.

Vinti o vincitori, da ogni lato della barricata la mentalità di guerra è sempre la stessa: le braccia sono importanti, ma ancora di più lo è un ventre in grado di partorire.

L’idea di fondo è bella, il fascino della narrativa distopica si coglie e fa sì che uno si aspetti una storia forte e d’impatto, ma tutto finisce in una bolla. Peccato perché tuttavia è scritto bene, e i passaggi con una maggior descrizione narrativa sono molto ben articolati. Mi spiace dunque dire che è come se fosse una storia incompiuta: bella ma che lascia troppi se e troppi ma.
Buona lettura!
Piacevole
Alla prossima, Dorotea Rita Giordano.
Il team di Passion For Books. ♥

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