giovedì 28 novembre 2019

Recensione "Resti?" di Riccardo Bertoldi

Cari romantici, Silvia Paguni ha letto "Resti?" di Riccardo Bertoldi, un romanzo edito Rizzoli.

Titolo: Resti?
Autore: Riccardo Bertoldi
Genere: Romanzo
Editore: Rizzoli
Per acquistarlo → Resti?

to be continued...
SINOSSI
Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che resti. Alla fine, è quello il segreto. L'amore vero ti mette un tamburo al posto del cuore. Basta uno sguardo, due chiacchiere su una panchina, una parola sussurrata all'orecchio. Basta prendersi per mano: da quel momento, niente sarà più come prima. È questo che succede a Irene: si è appena trasferita a Nosellari, un minuscolo paese che sembra uscito da una fiaba, ed è proprio lì, tra i monti del Trentino, che incontra Andrea, l'amore della sua vita. Insieme sono pura scintilla, due pezzi di puzzle che si incastrano alla perfezione. Sentono che il legame che li unisce ha la forza delle montagne e la saggezza degli alberi: per questo è destinato a essere per sempre. La loro è un'estate fatta di lunghe passeggiate, di baci a fior di labbra, di notti in tenda in mezzo al bosco, a leggere l'uno per l'altra e confidarsi segreti. Poi però arriva l'autunno e Irene sparisce, lasciando Andrea con il cuore accartocciato come le foglie sui marciapiedi. Presto, il ragazzo scopre una verità terribile: la natura, che spesso si porta via le cose più belle e fragili, ha scelto di mettere lui e Irene davanti alla prova più difficile. Ma Andrea sa che certe cose non muoiono mai davvero: si nascondono soltanto, per poi rifiorire al momento giusto. L'amore è così, richiede coraggio, richiede fiducia. E se resti, se sai aspettare, anche il dolore più grande può trasformarsi in un fiore splendente.

RECENSIONE
Primo libro che personalmente leggo di questo autore, ma che mi ha lasciata con un punto di domanda abbastanza ingombrante alla fine, non capendo ancora se è stato di mio gradimento o no. Tutto sommato scorrevole e ben scritto, con una trama dolce e triste da primi amori, ma che ho trovato essere una lettura più adatta a un pubblico di ventenni. Nonostante l’amore sia il sentimento principe a tutte le età, qui è esaltato e enfatizzato da troppe frasi fatte e cliché che, messe in bocca a un ventenne, sembrano quasi poco spontanee.

“…che cosa possiamo amare, in un mondo che ci insegna a colorare dentro ai margini, se non il fatto che, invece, l’amore finisce sempre fuori?”

Tuttavia, narra con passione e belle parole, di sentimenti, di amore e di occasioni che nella vita a volte sfuggono alla razionalità del mondo adulto, e questo alza di un po' la tacca del mio gradimento. Belle senza alcun dubbio invece le descrizioni dei paesaggi montani e della vita semplice che scorre a ritmi lenti tra le montagne. La vita in famiglia con tutte le sue abitudini quotidiane, le giornate a funghi passate col padre, le feste di paese, i riti familiari e le debolezze umane rapportate a un centro di poche anime. La storia è quella di una piccola compagnia di amici nati, cresciuti e radicati nel piccolo centro montano di Nosellari tra i monti del Trentino, dove, tra boschi e laghi, tutti conoscono tutti e formano una grande famiglia.

“Il mio posto è sempre stato questo specchio d’acqua. Ci ho passato notti intere, seduto fra questi fili d’erba a guardare la luce della luna giocare con l’acqua, a sentire il gracidare delle rane in sottofondo, e poi finalmente svegliarmi davanti a un’alba che sapeva di funghi e sottobosco.”

Qui Andrea, il protagonista, racconta dei suoi amori sofferti, che a quella età hanno il sapore delle perdite più profonde, e dei nuovi battiti del cuore, delle amicizie che ci lasciano e degli amici che invece restano sempre al nostro fianco. Irene è la ragazza “nuova” che rapisce il cuore di Andrea e lo ispira nell’amore e nella scoperta delle grandi emozioni.

“…penso che in fondo è di questo che siamo fatti: storie nascoste, lacrime ingoiate, sorrisi trattenuti. Siamo fatti di desideri da appendere alle stelle, di parole bisbigliate, di battiti del cuore. Ma anche di sospiri inaspettati, di mani sfiorate, di baci che spaccano lo stomaco. E poi di partenze, di ritorni, di abbracci che durano per sempre.”

Lo stile è scorrevole e semplice, anche se l’autore ricorre troppo spesso a frasi preconfezionate sull’amore dando l’impressione di averle già lette mille volte. Scritto tutto in prima persona dal punto di vista di Andrea, è in fin dei conti una lettura piacevole e fluida, che consiglio sicuramente ai romantici in generale che cercano una storia sui primi amori e ai giovani che scoprono per la prima volta il sentimento più trascinante di tutti.
Buona lettura!
Piacevole
Alla prossima, Silvia Paguni.
Il team di Passion For Books. ♥

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