lunedì 7 gennaio 2019

#reviewparty Recensione in anteprima "Miss Miles" di Mary Taylor

Cari romantici, Silvia Paguni ha letto in anteprima "Miss Miles" di Mary Taylor, un romanzo classico edito Darcy Edizioni.

Titolo: Miss Miles
Autrice: Mary Taylor
Genere: Romanzo classico
Editore: Darcy Edizioni
Ebook: 0,99€
Cartaceo: 18,00€
Per acquistarlo → Miss Miles

to be continued...

SINOSSI
Yorkshire, 1830. 
Maria, Dora, Sarah e Amelia sono le protagoniste di queste storie intrecciate fra loro che, in qualche modo, riescono ad avere un comune denominatore: la forza delle donne. 
Siamo nell’Ottocento, un periodo in cui la donna deve sottostare alle regole maschili e tacere, come la buona norma impone. Maria, Dora, Sarah e Amelia però, in barba alle regole del tempo e nonostante le avversità che cercano di ostacolarle, si dedicheranno alla ricerca del loro destino. Un destino che non è già scritto, come la società vorrebbe, ma che loro stesse vogliono creare. Chi sono queste donne, caparbie e intelligenti, che sfidano le regole degli uomini? 
Quattro storie che vi faranno ricredere sulla forza di volontà femminile e che racchiudono due semplici ma grandi valori, sempre attuali: l’amore e l’amicizia.
Scritto da Mary Taylor, una delle più care amiche di Charlotte Brontë, Miss Miles è considerato uno dei primi manifesti femministi ottocenteschi.

RECENSIONE
L’opportunità di leggere in anteprima questo tipo di romanzi non capita spesso poiché è cosa rara che vengano tradotti in diverse lingue libri che hanno vissuto nell’anonimato, così come la sua autrice. Viene infatti per la prima volta tradotto in italiano il primo e unico romanzo di questa donna che si apprende essere una delle più care amiche di Charlotte Brontë.
Il romanzo, molto lungo e scritto in maniera scarna e apparentemente (ma volutamente!) poco curata, è considerato un chiaro manifesto di femminismo ottocentesco inglese e di emancipazione della donna e della sua condizione sociale. Tuttavia è necessario fare una chiara avvertenza a chi si appresta alla lettura e cioè quella di non aspettarsi un romanzo storico nell’accezione moderna del termine, ma di tener presente che si tratta di una traduzione (immagino non facile) di un testo dell’epoca.
Questa ignoranza infatti è stata la causa principale del rallentamento nella mia personale lettura del romanzo. È uno scritto di getto, secco e diretto, poco fluido, non sempre comprensibile e a mio avviso non di facile lettura anche a causa di scene lasciate all’interpretazione del lettore. Di grande aiuto però sono le tante note della traduttrice a sostegno dei passaggi meno chiari. La lettura tuttavia migliora con l’avanzare del racconto.
La storia, che si svolge a Repton nello Yorkshire ed è ambientata nel 1830, è quella della provincia inglese della metà dell’800, divisa tra la chiusura dei comportamenti e delle regole del tempo e l’avvento della prima rivoluzione industriale.
Una storia raccontata dal punto di vista di quattro donne: Sarah, Maria, Dora e Amelia, diverse tra loro in tutto, per età, stato sociale, religioso e anche per cultura. Queste donne narrano di altrettanti modi di vivere la condizione femminile dell’epoca in cui la principale scelta di vita che una fanciulla poteva fare era quella di sposare un buon partito, accogliendo la subordinazione economica e sociale del marito come unico destino. Oppure venire isolata dai conoscenti per aver avuto l’ardire di voler studiare per poter migliorare.
Mary Taylor, seppur in sordina, dimostra con le parole del suo scritto, come la donna abbia sempre voluto e potuto, trovare un’alternativa e una diversa opportunità a tutte le briglie sociali con le quali hanno sempre voluto contenerla: studiando, leggendo, scrivendo, informandosi.

“Maria aveva iniziato a subire le conseguenze della ridotta prosperità del posto. In pochi intendevano dare più di una superficiale educazione alle proprie figlie, cosa che poteva essere acquisita in un semestre al massimo. E c’era qualcuno che non intendeva mandare più le loro figlie a affidare alla Provvidenza il modo in cui pagare.”

Pur essendo lontano dal modo consueto di scrivere, ci si rende conto dell’importanza che lo scritto ha rappresentato per l’epoca come mezzo di denuncia della condizione femminile e specchio della società del tempo.

“È affar nostro avere una mente paga. Dopo tutto, la nostra felicità è tutta nelle nostre mani. Ci serve poco. E non dobbiamo permettere che le nostre menti rimuginino troppo sulla possibilità che quel poco ci deluda. I pensieri vanno messi in atto e basta. Quando non ci resta niente da fare, dovremmo prepararci a sfidare il destino.”

Il messaggio dell’autrice è spiegato molto bene nella prefazione del libro ed è quello che di qualunque tipologia di donna si faccia parte, che sia o no simile a uno delle quattro eroine del libro, sia comunque perseguito e difeso con coraggio.

"Chiunque voi siate, siatelo con dignità"

In fondo è grazie a donne come loro se anche noi godiamo delle piccole libertà di oggi.
Buona lettura!

Piacevole
Alla prossima, Silvia Paguni.
Il team di Passion For Books. ♥

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