Titolo: Il giorno uno di noi due
Autrice: Stefania Rossotti
Genere: Contemporary romance
Editore: Mondadori
Ebook: 9,99€
Cartaceo: 14,45€
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to be continued...
SINOSSI
Un uomo e una donna si rincorrono, si parlano, si amano per tutta la vita, senza stare insieme. Vogliono che sia per sempre, dunque decidono che non sarà, mai. Nasce così il loro amore senza conseguenze. Un legame, inscindibile e segreto, in cui ogni giorno è il giorno uno, il domani non c'è e la fine non è prevista.
Una storia che comincia con i due protagonisti ancora bambini. Ma già alleati dentro al dolore: lui che affronta la perdita della madre, lei cresciuta nel gelo di una famiglia anaffettiva. Da qui l'idea, folle e perfetta, di provare a vivere un amore messo al riparo da tutto: dal mondo, dagli altri, da qualsiasi idea della fine. Nascosto e invincibile. La formula esatta per l'eternità.
Un amore che è metafora di una generazione - quella che ha attraversato gli anni Settanta - che non riesce e non riuscirà mai ad aderire completamente a niente. Dove tutto è provvisorio e niente è scontato: la maternità, la carriera, i matrimoni, i luoghi in cui vivere e le idee in cui stare. Una generazione di guerrieri, presi a combattere anche e soprattutto con i propri desideri, limiti e fantasmi. E che si trova in fretta ad affrontare i dubbi dell'epilogo, a fare i conti con quel che è stato e quel che non sarà più.
Rivivere questo amore - dentro a un racconto soltanto per sé, senza bugie - è il modo con cui la protagonista fa i conti con la propria esistenza. Ogni capitolo è un quadro: di un anno, di un ricordo, di un dolore, di una perdita e di un riscatto. Avanti e indietro nella trama della vita. Mentre il mondo cambia: il boom economico, il femminismo, gli anni di piombo, la crisi. E approda a oggi: dentro la sera dei protagonisti.
A unire tutto: la loro storia, che diventa romanzo, dialogo d'amore. Un filo che attraversa gli anni che hanno vissuto insieme e quelli spesi altrove. Sempre agganciati al loro legame imprescindibile. Che li ha ancorati per tutta la vita all'idea che ci sia sempre una mano - la stessa che ti ha sfiorato ancora bambino - capace di salvarti dal buio.
Alla prossima, Luisa Diana.
Una storia che comincia con i due protagonisti ancora bambini. Ma già alleati dentro al dolore: lui che affronta la perdita della madre, lei cresciuta nel gelo di una famiglia anaffettiva. Da qui l'idea, folle e perfetta, di provare a vivere un amore messo al riparo da tutto: dal mondo, dagli altri, da qualsiasi idea della fine. Nascosto e invincibile. La formula esatta per l'eternità.
Un amore che è metafora di una generazione - quella che ha attraversato gli anni Settanta - che non riesce e non riuscirà mai ad aderire completamente a niente. Dove tutto è provvisorio e niente è scontato: la maternità, la carriera, i matrimoni, i luoghi in cui vivere e le idee in cui stare. Una generazione di guerrieri, presi a combattere anche e soprattutto con i propri desideri, limiti e fantasmi. E che si trova in fretta ad affrontare i dubbi dell'epilogo, a fare i conti con quel che è stato e quel che non sarà più.
Rivivere questo amore - dentro a un racconto soltanto per sé, senza bugie - è il modo con cui la protagonista fa i conti con la propria esistenza. Ogni capitolo è un quadro: di un anno, di un ricordo, di un dolore, di una perdita e di un riscatto. Avanti e indietro nella trama della vita. Mentre il mondo cambia: il boom economico, il femminismo, gli anni di piombo, la crisi. E approda a oggi: dentro la sera dei protagonisti.
A unire tutto: la loro storia, che diventa romanzo, dialogo d'amore. Un filo che attraversa gli anni che hanno vissuto insieme e quelli spesi altrove. Sempre agganciati al loro legame imprescindibile. Che li ha ancorati per tutta la vita all'idea che ci sia sempre una mano - la stessa che ti ha sfiorato ancora bambino - capace di salvarti dal buio.
RECENSIONE
Quando ti incontravo,
nelle serate in mezzo agli altri, mi sembrava di essere un compasso. Mi sentivo
inchiodata in un punto, con l’anima che ti seguiva ovunque tu andassi.
Per chi mi conosce, sa che amo leggere in una maniera
che va oltre il solo piacere di farlo. Ogni storia che leggo è un’avventura,
che invidio per non essere stata la mia, sia nel male che nel bene. So che non
è facile immaginare e spiegare quello che ho detto, ma per me la lettura è
pace, è vita, è sentirsi l’uno nell’altro, pur non conoscendosi.
Stefania Rossotti, l’autrice di questa storia dal
titolo intrigante e sconvolgente allo stesso tempo, mi ha lasciata basita per
tutta la durata della lettura, basita in modo positivo. Il suo è uno stile
spietato, non costruito artificiosamente, ma diretto a colpire il centro del
cuore, fregandosene della sofferenza, del dolore, dell’illusione che suscita. Non
è facile vivere un amore come questo. Un amore dove ogni passo conduce a un
altro e poi a un altro ancora e allo stesso tempo, un amore che fa fare passi
indietro allontanando, di continuo, i due protagonisti che lo vivono nel dare,
nel togliere, nell’odiarsi ma più di tutto nell’amarsi.
Tu sei la mia stanza buia,
protetta, sei la mia unica prova di esistenza in vita quando penso di non avere
mai avuto una vita. Lì dentro riesco sempre a sentire le cose, a trovare le tue
mani, e le mie. Accendere la luce è mandarti via.
È una storia così piena di sentimenti che è difficile
esternarli per farvene partecipi, io posso solo dire che ogni parola è stata
parte di un’emozione forte, dolorosa e, qualche volta, felice.
Sì qualche
volta, perché il dolore è ciò che sovrasta tutto il resto.
Il dolore è lava. E
brucia, devasta, inonda e prosciuga vita e lacrime. Niente pianto, niente
consolazione. Tutto è incandescente, indomabile, insostenibile.
Ogni parola però la si vive così intensamente che l’ho
riletta più di una volta, ho trascritto tanti estratti, perché solo con le
parole di Stefania si può comunicare i sentimenti che i due protagonisti
vivono, sentono, nascondono.
Non ci sono parole che possono compensare quello
che, invece, riesce a fare la lettura, quindi il mio consiglio è e resta
questo: LEGGETE questo romanzo, non ve ne pentirete e solo leggendolo
comprenderete alla fine cosa io, in maniera maldestra, ho cercato di
comunicarvi.
Sto mettendo al mondo la
mia vita senza te. L’impensabile. Il mio dolore è come il freddo: quando è
letale non lo sento più, ci muoio dentro. Ma ti ho promesso di vivere. Non
l’ultima volta, la prima: il giorno uno di noi due.
Ti parlo, sempre. Come
sempre: nell’orecchio, mentre tu mi sposti i capelli per sentire meglio e
stringi le gambe dietro la mia schiena nuda. Dentro il tuo abbraccio, io sto
andando avanti.
Io ti dirò ridendo che
vale la pena anche morire.
Buona lettura!
Bello |
Il team di Passion For Books. ♥
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