Titolo: Dark Black
Autrice: CJ Roberts
Serie: #3 Captive
Genere: Dark Erotic Romance
Editore: Newton Compton Editori
Ebook: 5,99€
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to be continued...
SINOSSI
Sto scrivendo questa cosa perché mi hai implorato di farlo. Sai quanto mi piace quando implori. In effetti mi pare che tu sappia troppe cose, e le conosca fin troppo bene. Chi sono io? Be', è quello che sto cercando di scoprire. Sono stato un gigolò da giovane, poi un assassino, e un mostro da quando sono diventato un uomo. Sono l'uomo che ha rapito Livvie. Sono quello che l'ha tenuta in una stanza buia per settimane. Ma soprattutto sono l'uomo che ama. Mi ama. È da malati, vero? Certo, ci sono cose che non possono essere riassunte in poche frasi, ma tuttora non riesco a giustificare il mio comportamento di allora. Dato che stai leggendo, do per scontato che io non abbia bisogno di giustificarmi. L'hai già fatto tu. Stai leggendo perché vuoi sapere il resto della storia. Vuoi sapere cos'è successo quella calda sera di settembre, la notte in cui ho incontrato Livvie al Paseo. È stata la notte in cui la mia vita è cambiata completamente. Non è andata esattamente come ha raccontato Livvie. È stata fin troppo clemente nel raccontare la nostra storia. La verità è molto più complicata.
RECENSIONE
C’era
solo una cosa che il vuoto reclamava. Cercando in tutti i modi di distruggermi,
voleva Livvie. Reclamava le mie speranze, i miei sogni. Reclamava quanto
ricordavo del suo viso. Reclamava le nostre risate. «Mia», aveva decretato il
vuoto. Solo Livvie poteva rendermi completo, e da quando l’ho capito non sono
più riuscito a smettere di cercarla.
Sono emozionatissima
mentre mi accingo a scrivervi di questo terzo volume, sapete perché? È il pov
di Caleb/James e voi sapete già che i pov maschili mi eccitano in particolar
modo, non c’è mai censura in essi, sono sempre crudi, veritieri e non chiedono
perdono, anche se sotto sotto tutti cercano il perdono, almeno una volta nella
vita.
Caleb mi ha preso con mano e con lui, passo dopo passo, ho vissuto il suo
incontro al Paseo con Livvie e cosa è realmente successo.
Lui l’ha premesso
all’inizio della sua storia, ma voi lo scoprirete leggendo, c’è molto che varia
da ciò che Livvie ci ha detto nel secondo volume.
Shakespeare
si chiese: «Cosa c’è in un nome?». Posso dirvelo io: parecchio. Livvie adesso
si chiama Sophia. Ha cambiato nome da quando è entrata nel programma di
protezione testimoni degli Stati Uniti in cambio della testimonianza contro il
suo rapitore e stupratore (cioè io). Tuttavia, la conoscete come Livvie e
continuerò a chiamarla così per voi, ma ovviamente questo porterebbe alla
seguente domanda: chi sono io? Caleb? James? Mi sono fatto spesso questa
domanda, e sono sempre arrivato a una conclusione diversa. Forse l’unica
risposta vera è: «Entrambi».
Cavalcherete le più
straordinarie sensazioni con Sophia e James, vi innamorerete di loro e sarete
sempre sul chi va là, fino all’ultima parola. Caleb/James e Livvie/Sophia, nei
due volumi precedenti, ci hanno condotto in luoghi che non sempre riteniamo
normali, il loro amore ci è sembrato malato, ma attenzione, entriamo e scaviamo
a fondo, a volte possiamo trovarci il marcio, altre volte solo la più grande
sofferenza e disperazione.
“Trovai
l’amore proprio come avevo trovato tutto quello che mi definiva: attraverso la
sofferenza. «Non so
se sono poi così diverso. Non smetterò mai di guardarmi le spalle… E di
guardare le tue. Credo che una parte di me sarà sempre il leale discepolo di
qualcuno. È ciò che sono». Le accarezzai i capelli. «Ucciderei per te, Livvie.
Morirei per te». Farti crollare e
costringerti a fare tutto il cazzo che volevo. Mi piaceva possederti. Mi
piaceva turbarti. Mi piaceva distruggerti e rimetterti in piedi.”
Allora, quando ci
troviamo la seconda opzione cosa è meglio fare? Secondo me non è umano
offendere, alienare, giudicare; è giusto, invece, soccorrere, sostenere,
aiutare chi ha fatto di tutto, disprezzandosi, per la propria sopravvivenza.
Mi avevano chiamato Caleb
per quasi tutta la vita, e se non fosse stato per Livvie, avrei dimenticato
quel nome. Caleb aveva fatto cose terribili - era stato un mostro - ma aveva
anche permesso a James di sopravvivere. Caleb meritava di vivere. Potevo essere
entrambi. Sono entrambi.
Io non sono riuscita
a odiare Caleb, anzi mi sono lasciata affascinare, senza se e senza ma dalla
sua oscura personalità, dal suo modo di amare Livvie, perché so per certo che
tutti/e nel loro piccolo amano e desiderano certe cose, ma che solo il
giudizio beffardo e puritano altrui fa dire di no.
Alla
fine aprii Captive. Prologo Questa non è una favola. Le favole sono piene di
uomini coraggiosi e smorfiose donzelle in pericolo. Le favole hanno eroi degni
di questo nome. Uccidono draghi e scalano torri per salvare principesse
bellissime che subito sposano e mettono incinte. Le favole finiscono con un “e
vissero felici e contenti”. Questa non è una favola. Questa è una storia
d’amore. I personaggi sono così imperfetti da sfiorare la devianza. L’eroe è
bello, ma brutto in modi che sfuggono all’ordinaria immaginazione. L’eroina non
è imprigionata in una torre, ma in una stanza buia e isolata. Non c’è nessun
principe a salvarla. Anche se l’amore sboccia e fiorisce, non c’è un lieto
fine. L’amore non sempre inizia e finisce come vorremmo. Una storia d’amore può
capitare a chiunque. Questa è capitata a me.
Potete criticarmi, non
ve ne farò una colpa, ma essere sinceri con se stessi ritengo sia la forma più
matura della propria personalità. Credo che il “Non osservare la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello se non
vedi la trave che è nel tuo” sia la giusta
affermazione per coloro che si credono sempre al di sopra di tutto.
C.J. Roberts, col pov di Caleb si è superata alla
grande, la sua naturalezza, il suo esprimersi, senza nascondersi, ha dato a
questo volume la giusta collocazione e soprattutto ha confermato chi è Caleb,
la sua personalità, chi l’ha condotto a questo e chi è veramente.
Semplicemente
favoloso.
Buona lettura!
Magnifico |
Il team di Passion For Books. ♥
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