giovedì 10 settembre 2020

Recensione "Come un respiro" di Ferzan Ozpetek

Cari romantici, Silva Zenati ha letto "Come un respiro" di Ferzan Ozpetek, un romanzo edito Mondadori.

Titolo: Come un respiro
Autore: Ferzan Ozpetek
Genere: Romanzo
Editore: Mondadori
Per acquistarlo → Come un respiro

to be continued...
SINOSSI
È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto.
Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre.
Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un intenso thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall'oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un emozionante susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata?
Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie. Il presente si mescola al passato per narrare la potenza della vita stessa, che obbliga a scelte da cui non si torna più indietro. Ma anche per celebrare - come solo Ozpetek sa fare - una Istanbul magica, sensuale e tollerante, con i suoi antichi hamam, i palazzi ottomani che si specchiano nel Bosforo, i vecchi quartieri oggi scomparsi.


RECENSIONE
Adele e Elsa sono due sorelle legatissime fin dall'infanzia, ma gli anni dell'innocenza passano e, appena poco più che adolescenti, la passione cieca per lo stesso uomo, terribile manipolatore, le divide prima temporaneamente poi definitivamente con la partenza di una delle due per l'estero che si concretizza nella città di Istanbul. Per cinquant'anni Elsa scrive lettere alla sorella rimasta a Roma, lettere che non verranno mai nemmeno aperte e rispedite al mittente. Dopo mezzo secolo vissuto nella cosmopolita Istanbul, Elsa decide di tornare a casa e incontrare di persona la sfuggente sorella, ma il giorno in cui fa la sua comparsa scopre che la casa in cui abitavano ora è di proprietà di una giovane coppia che si sta preparando ad accogliere gli amici per pranzo. Quale storia ha da raccontare Elsa? E riuscirà a incontrare la sorella?
Il romanzo si svolge nell'arco di un giorno, più precisamente tra il pranzo e la cena.
L'autore narra al presente mostrando ora un personaggio, ora l'altro in capitoli alternati tra storia attuale in cui troviamo tre coppie di amici a casa di una di queste e lettere scritte da Elsa da Istanbul in cui racconta la sua vita e la propria verità su fatti accaduti cinquant'anni prima.
La scrittura è scorrevole ma ho trovato superflue domande del tipo “chi è davvero questa donna?” che dovrebbero essere indotte dalla narrazione e lasciate alla fantasia di chi legge.

È lì, in cucina, che lui e Giovanna accolgono gli ospiti per il pranzo, seduti al grande tavolo di legno scurito dall'uso, sistemato proprio al centro. Perché è la stanza che amano di più. Dove ogni arredo, mobile e suppellettile è stato scelto con una cura speciale.

C'è un altro motivo per cui queste domande mi hanno lasciata perplessa ed è che non hanno risposta. L'autore ha voluto insinuare mistero là dove mistero non c'è in quanto chi sia quella donna viene detto fin dall'inizio e confermato dai fatti narrati in seguito. Poi, farebbe davvero differenza, ai fini della storia, se a partire fosse stata Adele e non Elsa? Davvero, non sembra.

Abbandonata a poco a poco la sua reticenza, Elsa rivela di non avere notizie della sorella da cinquantanni. Intanto, senza preoccuparsi di chiedere il permesso si muove per la stanza stranita ma, allo stesso tempo, con una sorta di sicurezza, quasi che in quella casa ci vivesse ininterrottamente da sempre. Tallonata da Giovanna e Sergio un po' disorientati, s'intrufola nella loro stanza da letto, si affaccia in bagno, apre la porta dello studio. E, intanto, non fa che ripetere quanto le spiace per il disturbo che sta recando.

Intanto che si snocciola la vita di Adele ed Elsa tra racconto attuale e vecchie lettere da Istanbul, l'autore ci informa sulle vite delle tre coppie riunite per pranzo e ci fa scoprire un bel po' di roba. Il padrone di casa, Sergio conosce e ama l'organizzatissima moglie da dodici anni ma, per farsi una sveltina, mentre la suddetta è impegnata nei preparativi del pranzo perfetto, si chiude in camera da letto con l'amico Leonardo che è sposato con Annamaria, incinta a quanto pare, non del marito ma dell'indifferente Giulio.

Giovanna si ripete una volta di più quanto sia felice della propria vita. Eppure non varrebbe più nulla senza Sergio. Lui è l'aria stessa che respira, il senso di ogni cosa. Forse per questo che ha così paura di perderlo. Per questo a volte, come è accaduto prima le capita di dubitare di lui senza motivo, lasciandosi suggestionare dai fantasmi delle proprie angosce.

Bene, mi sono detta, c'è un bel po' d'esplosivo pronto a scoppiare alla minima scintilla la quale potrebbe scaturire dal racconto di passioni, tradimenti e fughe delle sorelle. Invece, no. Non succede niente se non che la storia di Adele ed Elsa giunge al finale, ognuna delle due ha la sua versione, ovviamente e basta.
Chiuso il romanzo mi sono sentita come quando mangio un insipido tramezzino tanto per riempire lo stomaco e se qualcuno mi chiede con cosa fosse farcito, non so rispondere.
Se l'intento dell'autore era solo quello d'illustrare un quadretto di perversioni e tradimenti, c'è riuscito ma, insomma, originalità proprio al minimo e fra l'altro, ho trovato assolutamente fuori dalla realtà il fatto che una signora più che settantenne racconti particolari intimi della propria vita di coppia a dei ragazzi sconosciuti. Sembrava qualcosa di incuneato a forza nello scritto per dare un sentore di storia più “calda” che ha fatto dimenticare all'autore che l'azione non si stava svolgendo in una rimpatriata di vecchi amici che non si vedevano da anni. A  niente servono le stra-ovvie e stra-lette descrizioni di Istanbul, (cosmopolita, l'odore speziato delle vie, le opulente feste di ricchi e potenti, i palazzi che si specchiano nel Bosforo) per tentare di dare un tocco esotico al tutto, né le domande a trucchetto che insinuano misteri inesistenti.
Che dire? Non riesco ad andare oltre le due stelle. Leggere o non leggere questo romanzo, a mio parere, non fa differenza.
Buona lettura!
Mediocre
Alla prossima, Silva Zenati.
Il team di Passion For Books. ♥

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