mercoledì 22 luglio 2020

Recensione "Fiore di roccia" di Ilaria Tuti

Cari romantici, Giada Bertone ha letto "Fiore di roccia" di Ilaria Tuti, un romanzo edito Longanesi.

Titolo: Fiore di roccia
Autrice: Ilaria Tuti
Genere: Romanzo
Editore: Longanesi
Per acquistarlo → Fiore di roccia

to be continued...
SINOSSI
«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche i villaggi, mille metri più giù.
Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle.
Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame.
Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riem­piono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore.
Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione.
Risaliamo per ore, nella neve fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. I cecchini nemici – diavoli bianchi, li chiamano – ci tengono sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre saliamo con gli scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i ’fiori di roccia’.
Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l’eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall’inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire.
Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.»

RECENSIONE
Cari Romantici, ho letto "Fiore di Roccia" di Ilaria Tuti e sono qui per parlarvene. Agata è una giovane donna alle prese con un padre malato, una condizione di miseria e una terribile guerra che bussa nefasta alla sua porta. È ciò che vivono anche le donne del suo paese, che badano ai bambini, agli anziani, agli animali e a ogni genere di faccenda. Insieme, però, renderanno la loro impresa ancora più memorabile. Armate di gerle ricolme e una grande quantità di coraggio, si avventureranno su per le montagne a portare i rifornimenti ai soldati appostati al confine. Saranno a diretto contatto con la guerra, con la paura, la disperazione, l'audacia e con le più grandi fragilità umane. Sulle loro spalle caricheranno il peso della fatica, della vita e della morte, diventando delle vere e proprie eroine. Questo romanzo è un omaggio a quelle donne che non si sono mai fatte abbattere dalla fame, dal freddo, dallo sconforto, dal territorio aspro e dalle ingiustizie della guerra. Quelle donne che sono state a lungo dimenticate, coperte dall'ombra degli uomini, ma che hanno sorretto sulle loro spalle forti anche le sorti di quei soldati. A loro che sono i tenaci fiori che spuntano dalle rocce.
"«È questo che siete. Fiori aggrappati con tenacia a questa montagna. Aggrappati al bisogno, sospetto, di tenerci in vita.»"

Lo stile di Ilaria Tuti, che ho conosciuto per la prima volta in questo libro, è estremamente poetico e sublime. La sua scrittura evoca scenari mozzafiato e sensazioni palpabili; basta concentrarsi sulle parole per sentire la neve, il freddo, la pietra. Il registro è curato, forbito, ma al tempo stesso di facile comprensione e intimistico. La narrazione in prima persona, infatti, riesce a creare una confidenza unica tra la protagonista e il lettore. È stato come entrare nella sua vita in punta di piedi, timidamente, quasi intimorita dalle difficoltà che affronta. La lettura è scorrevole e le pagine si susseguono veloci; mi sono calata sempre più dentro a un passato lontano dalla realtà odierna, ma veritiero fino ai dettagli. I personaggi sono ben caratterizzati, sia quelli principali che quelli secondari. Agnese mostra a chi legge i suoi timori, i dolori, i pensieri, le riflessioni, il suo coraggio, la sua voglia di vivere.
"Non è vero che le donne non sono mai scese in battaglia. Semplicemente, l’uomo le ha dimenticate."

La storia è realistica e cruda. Emerge l'essenza della guerra, quella che segnò il destino di milioni di persone. Vengono tratteggiati alla perfezione gli elementi del primo conflitto mondiale, facendo riferimenti ad avvenimenti accaduti e a persone realmente esistite. Il tono viene addolcito da una vicenda sentimentale di fantasia, eppure trattata in modo verosimile. I temi che vengono affrontati sono legati alla sfera più emotiva dell'essere umano. Angoscia, terrore, consapevolezza si mescolano alla fame, al freddo, alle ferite, alle fatica. Non mancano, però, il coraggio, la forza, la speranza. Ho apprezzato il modo in cui viene definita l'amicizia, il sostegno tra pari, l'umanità che fuoriesce nelle situazioni più difficili. Il racconto è pregno di bellissimi significati; uno di questi è che gli umani non si dovrebbero mai distinguere per reggimenti, perché siamo uguali nella gioia e nella sofferenza. Non c'è colore, non c'è Patria, non c'è ideale che impedisca alle emozioni di assomigliarsi. Come scrive Ilaria Tuti, alla fine, "Il sangue è uguale per tutti". L'argomento che è il pilastro della storia riguarda la figura della donna e la sua emancipazione. La donna che si prende le sue libertà, che lavora, che fa la legna, che tiene un fucile in mano, che allatta e poi scala le montagne con un enorme peso sulla schiena. La donna che fa suo il carico della società, delle vite altrui, delle morti altrui, che sopporta in silenzio e che ogni giorno indossa un rinnovato coraggio.
"È come se la morte ci avesse chiamate alle armi per difendere la vita. Non possiamo attendere, né affidarci alla speranza. A volte penso che siamo noi la speranza. E siamo tante. Duemila donne, dicono. Un battaglione."

Questo è un romanzo che tocca il cuore, che arriva dritto all'anima e non ne esce più. È scritto magistralmente, in una forma poetica e capace di parlare al cuore del lettore. È una storia emozionante, che mi ha coinvolta e travolta in un turbinio di riflessioni e confidenze. Fa riflettere, racconta, confida, svela e dona la voce a quelle anime che sono state dimenticate dalle storia e che invece meriterebbero un riconoscimento ufficiale. "Fiore di Roccia" è delicato e forte, proprio come le donne di cui parla. È crudo, difficile, ma anche profondo e commovente fino alle lacrime. La sua bellezza merita di essere colta da tutti, ecco perché consiglio a tutti voi di leggerlo. Ne vale davvero la pena, perché mette in risalto aspetti storici che non sono mai stati trattati accuratamente, ma lo fa in un modo molto umano, mettendo al primo posto i sentimenti dei protagonisti.
La reputo una lettura adatta anche alle scuole, capace di mostrare un lato della guerra che ancora non è conosciuto dalla maggior parte delle persone.
Sono rimasta profondamente colpita ed è stato per me un onore leggere un romanzo tanto bello. Semplicemente meraviglioso!
"E così l’ho intravisto, smarrito quanto me, famelico di giorni futuri, questo nemico così simile a un uomo."

Buona lettura!
Magnifico
Alla prossima, Giada Bertone.
Il team di Passion For Books. ♥

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