mercoledì 10 giugno 2020

Recensione "Rimani Immobile" di Lisa Regan

Cari romantici, Silva Zenati ha letto "Rimani Immobile" di Lisa Regan, un thriller edito Hope Edizioni.

Titolo: Rimani immobile
Autrice: Lisa Regan
Genere: Thriller
Editore: Hope Edizioni
Per acquistarlo → Rimani immobile

to be continued...

SINOSSI
Dopo anni di servizio come agente di pattuglia, la detective Jocelyn Rush è quasi immune alla violenza che imperversa nelle strade di Filadelfia... quasi. Dopo aver salvato la figlia di tre anni, durante un furto d’auto, Jocelyn finisce al pronto soccorso e incontra Anita, una ex prostituta che ha conosciuto durante i suoi pattugliamenti, e che è stata mutilata in una brutale aggressione.
Con l’aiuto del suo collega e grazie al supporto dell’Unità Vittime Speciali di Filadelfia, Jocelyn scopre che Anita non è stata la prima vittima di questi attacchi e che non sarà l’ultima. Quando la violenza la colpisce da vicino, Jocelyn sa di dover fare qualunque cosa pur di fermare questi sadici aggressori, anche se questo la costringerà a fare i conti con un terribile ricordo del suo passato.
Rimani immobile, di Lisa Regan, vincitrice di numerosi premi, è un thriller coinvolgente e carico di tensione.

RECENSIONE
Jocelyn Rush è una detective del dipartimento di polizia di Filadelfia dove svolge il suo lavoro con dedizione e coraggio. Ha una figlia di tre anni, Olivia, alla quale dedica ogni momento libero cercando di distogliersi da un passato drammatico di cui non ha memoria, ma che la ricorre con incubi continui. Quando una donna viene lasciata vicino a un pronto soccorso con dei buchi a mani e piedi, Jocelyn decide di indagare anche se il caso non appartiene al suo distretto.
Mentre qualcuno mette in pericolo la vita sua e di sua figlia per farle avere degli strani messaggi a forma di origami, scoprirà che il suo passato e le violenze del presente si incontrano in un intreccio pericoloso che solo il suo coraggio riuscirà a sciogliere quasi a costo della sua stessa vita.
Il romanzo parte a ritmo sostenuto e lo mantiene per tutta la sua durata visto che la storia si svolge nell'arco di circa due mesi come ci viene sottolineato nei capitoli, ognuno dei quali narra di una o più azioni svolte nello stesso giorno per poi passare al giorno seguente.
Devo dire che Jocelyn Rush mi è piaciuta subito. È una poliziotta tosta ma riesce a esserlo tenendo a freno una grande emotività e la rabbia strisciante causatale dal suo passato super complicato. E tutta la storia è ben costruita, con i tempi giusti e i personaggi perfettamente calzanti al ruolo che l'autrice ha assegnato loro.

Con le sale giochi interne e il vasto parco esterno ideale per i bambini di ogni età, lo Smith era uno dei posti dove Olivia preferiva andare nel giorno di riposo di Jocelyn. E anche a lei piaceva perchè era gratis. Lavorava a tempo pieno come detective per il dipartimento di polizia di Filadelfia ma crescere una bambina da sola era costoso.

L'autrice riesce magistralmente a far entrare il lettore nella vita di un distretto di polizia dove la routine viene temperata dalla professionalità e dal desiderio di alleviare almeno un po' le tristi conseguenze derivate dalle azioni nate dalla parte peggiore degli esseri umani di una grande città.

Jocelyn camminava avanti e indietro per l'ottavo piano del Criminal Justice Centre fermandosi di tanto in tanto a guardare l'andirivieni della gente nella strada sottostante. La città sembrava così tranquilla da quel punto di vista. Da dove si trovava, era quasi impossibile credere al letamaio di violenza e depravazione che c'era davvero laggiù. Quasi.

Purtroppo anche il distretto non sfugge alla variegata realtà delle debolezze umane e ognuno deve convivere con le fragilità proprie e degli altri. Insomma è un bel thriller che ricorda un po' le serie TV ambientate nei distretti di polizia americani e mette anche in rilievo sentimenti d'amicizia tra colleghi e addirittura tra poliziotti e qualcuna delle persone che hanno dovuto arrestare per aiutarle poi a “ripulirsi”.

Un GRM o General Radio Memorandum era la versione di Filadelfia del “a tutte le unità”. Jocelyn accese la radiotrasmittente di bordo e si mise all'ascolto.
«Dovrebbe esserci una connessione» aggiunse.
Kevin sospirò e si grattò i capelli diradati sulla parte superiore della testa . «Rush. Questo. Non. È. Il. Nostro. Caso.»
~
«Dai, Kev. Siamo già per strada. Tornando al distretto facciamo giusto una fermata al Dunkin's Donuts e vediamo se hanno i video di sorveglianza.»

L'unica nota un po' comica, a mio avviso, ma proprio per questo stonata nel contesto del thriller riguarda alcuni aspetti della scrittura. Nonostante sia coinvolgente, ricca di dialoghi tesi, e azioni fulminee presenta qualche incongruità quando affronta brani che riguardano la figlia di Jocelyn. La piccola Olivia ha tre anni, ci informa l'autrice, infatti non pronuncia bene parole come “soldato” o “Afganistan” ma quando la mamma le spiega che in ferramenta si vendono attrezzi per fare riparazioni in casa, le domande di Olivia sono molto più precise di come le farei io: “devi riparare la perdita del lucernario?” e “devi aggiustare il buco nella moquette?”
Ora, già mi pare un po' esagerato che una bimba di tre anni si accorga che “il lucernario” perde a meno che non le sia gocciolata la pioggia in testa o veda il buco nella moquette, a meno che lo stesso non si trovi proprio dove lei cammina di solito, ma sapere che quella finestrella sul soffitto si chiama lucernario mi pare ancora più strano tanto più che quando la mamma le chiede “da quando cataloghi i lavori da fare in casa?” e Olivia le chiede cosa significhi la parola cataloghi. 
Per finire, la bimba russa! Non c'è una volta in cui l'autrice descrive Olivia addormentata senza che dica che sta russando. Per quanto ne so, i bambini di tre anni non russano a meno che non abbiano un feroce raffreddore.
Invece che una bimba Olivia sembra l'amica impicciona che va osservando tutte le mancanze della casa per poi farle notare alla proprietaria con sarcastica proprietà di linguaggio!
Un'altra stranezza che ho trovato riguarda il costo di un' auto che viene citato come “centinaia di milioni di dollari”. Nonostante si tratti dell'auto di una persona abbastanza ricca, credo che un costo di centinaia di milioni sia più adeguato a una navicella spaziale che a una quattro ruote.
Nonostante queste bizzarrie che, credo, si possano imputare più alla traduzione che al reale intento dell'autrice, il thriller mi è piaciuto molto e lo consiglio a chi ama le storie d'azione un po' crude ambientate nel caos di una grande città. Aspetto di leggere il seguito con l'evoluzione della storia di Jocelyn Rush.
Buona lettura!
Bello
Alla prossima, Silva Zenati.
Il team di Passion For Books. ♥

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