lunedì 25 novembre 2019

Recensione "Questione di Costanza" di Alessia Gazzola

Cari romantici, Annalisa Vernazza ha letto "Questione di Costanza" di Alessia Gazzola, un romanzo edito Longanesi.

Titolo: Questione di Costanza
Autrice: Alessia Gazzola
Genere: Romanzo
Editore: Longanesi
Per acquistarlo → Questione di Costanza

to be continued...
SINOSSI
Verona non è la mia città. E la paleopatologia non è il mio mestiere. Eppure, eccomi qua. Com’è potuto succedere, proprio a me?
Mi chiamo Costanza Macallè e sull’aereo che mi sta portando dalla Sicilia alla città del Veneto dove già abita mia sorella, Antonietta, non viaggio da sola.Con me c’è l’essere cui tengo di più al mondo, sedici chili di delizia e tormento che rispondono al nome di Flora. Mia figlia è tutto il mio mondo, anche perché siamo soltanto io e lei… Lo so, lo so, ma è una storia complicata.
Comunque, ce la posso fare: in fondo, devo resistere soltanto un anno. È questa la durata del contratto con l’istituto di Paleopatologia di Verona, e io – che mi sono specializzata in Anatomia patologica e tutto volevo fare tranne che dissotterrare vecchie ossa, spidocchiare antiche trecce e analizzare resti centenari – mi devo adattare, in attesa di trovare il lavoro dei sogni in Inghilterra.
Ma, come sempre, la vita ha altri programmi per me. Così, mentre cerco di ambientarmi in questo nebbioso e gelido inverno veronese, devo anche rassegnarmi al fatto che ci sono delle scelte che ho rimandato per troppo tempo. Ed è giunto il momento di farle.
In fondo, che ci vuole? È questione di coraggio, è questione di intraprendenza… E, me lo dico sempre, è questione di Costanza.


RECENSIONE
Alessia Gazzola per me è una garanzia, e anche questa volta non mi ha assolutamente delusa.
La protagonista del libro si chiama Costanza Maccalle', ragazza madre di 29 anni, appena specializzata in medicina legale, si sta trasferendo a Verona, dopo aver vinto un concorso per un posto da paleopatologo. Non le interessa questa specialità, ma dovendo mantenersi e mantenere sua figlia, accetta, anche se con scarso entusiasmo.

Due parole sull’inverno di Verona. 
Piove pochissimo. Nella maggior parte dei giorni, il tempo è cupo fino a mezzogiorno. Poi il sole squarcia all’improvviso quella coltre di nubi basse e umide e si adopera per riscaldare e rischiarare la città per un paio d’ore. Poi se ne pente e nel pomeriggio, in genere intorno alle quindici, torna a nascondersi.  

Progetta di trasferirsi a Londra, ma intanto si deve adattare a Verona. Vive con la sorella, che è anche la sua migliore amica.
La sua bimba di 3 anni, Flora, è tutta la sua vita, è il motivo per cui si ritrova a fare un lavoro che non apprezza.
Flora inizia a chiedere del suo papà, Costanza finalmente decide di rintracciarlo, nonostante sia stata soltanto una storia passeggera, durante una vacanza a Malta, e Marco, fosse già fidanzato. Non proprio la situazione ideale, ma nonostante questo decide di farsi coraggio e raccontare a Marco la conseguenza della loro storia.
Scritto in prima persona dalla voce della protagonista Costanza, l'autrice ci fa entrare nella storia con una scrittura fluida e curata, in cui anche le parti dove viene spiegato il lavoro manuale del paleopatologo non annoia mai, in quanto la narrazione di queste parti è ben dosata.
Alessia è riuscita perfettamente a intervallare la narrazione di Costanza, con la narrazione del personaggio storico di cui sta studiando i reperti trovati, storia raccontata in terza persona. Leggiamo quindi due storie che l'autrice ha sapientemente sviluppato in parallelo.

«Decisamente no» rispondo con fin troppo trasporto. 
«Non sarà semplice incastrare i tempi abitando in due città diverse, ma non siamo i primi. È solo questione di organizzazione.» Ha un tono molto rassicurante e coinvolto, e a me non sembra vero.  

Costanza è un personaggio bellissimo. Vera, con i suoi pregi e i suoi difetti, il suo terrore di non essere all'altezza di essere madre, la paura di sbagliare, il suo arrivare eternamente seconda, la rendono fragile, ma al contempo forte. Dolcissima con sua figlia, sempre disponibile per la sua famiglia, ancora in cerca della sua strada lavorativa, soffre la mancanza della madre, persa troppo presto.
Mi ha ispirato molta tenerezza Costanza. Mi ha fatto ridere e anche un po' soffrire perché ho sentito il senso di inadeguatezza che si porta dietro, il suo bisogno di stabilità per la sua bambina, che vince su tutto.
I personaggi secondari sono perfetti. Marco, il padre di Flora, Flora, una piccola orchetta di tre anni,  Tony, la sorella, che le è sempre vicina, i colleghi di istituto, sono personaggi ben calibrati e bilanciati con lei, inseriti perfettamente nel contesto, ma è lei che da sola regge la storia.

Rispondo con un cenno del capo e, quando la porta si chiude alle sue spalle, mi faccio un piantino. Uno sfogo di solitudine e amarezza insieme, del senso di fallimento di chi nella vita è arrivato sempre secondo, è sempre stato il piano B di qualcun altro e non è mai valso la pena di un atto di stravolgimento. Ma quel che è peggio non è il dolore retroattivo, bensì la previsione che tutto ciò non è destinato a cambiare.  

L'unica pecca di questo libro? Purtroppo il finale è aperto, in cui già si vedono le fondamenta della prossima storia, quindi spero vivamente che la nostra Alessia Gazzola stia già scrivendo il prossimo libro.
Se avete amato Alice Allevi, non potete assolutamente perdere questa storia. 
Buona lettura!

Magnifico
Alla prossima, Annalisa Vernazza.
Il team di Passion For Books. ♥

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