lunedì 4 novembre 2019

Recensione "L'istituto" di Stephen King

Cari romantici, Giada Bertone ha letto "L'istituto" di Stephen King, un horror edito Sperling&Kupfer.

Titolo: L'istituto
Autore: Stephen King
Genere: Horror
Editore: Sperling&Kupfer
Per acquistarlo → L'istituto

to be continued...

SINOSSI
È notte fonda a Minneapolis, quando un misterioso gruppo di persone si introduce in casa di Luke Ellis, uccide i suoi genitori e lo porta via in un SUV nero. Bastano due minuti, sprofondati nel silenzio irreale di una tranquilla strada di periferia, per sconvolgere la vita di Luke, per sempre. Quando si sveglia, il ragazzo si trova in una camera del tutto simile alla sua, ma senza finestre, nel famigerato Istituto dove sono rinchiusi altri bambini come lui. Dietro porte tutte uguali, lungo corridoi illuminati da luci spettrali, si trovano piccoli geni con poteri speciali - telepatia, telecinesi. Appena arrivati, sono destinati alla Prima Casa, dove Luke trova infatti i compagni Kalisha, Nick, George, Iris e Avery Dixon, che ha solo dieci anni. Poi, qualcuno finisce nella Seconda Casa. «È come il motel di un film dell'orrore», dice Kalisha. «Chi prende una stanza non ne esce più.» Sono le regole della feroce signora Sigsby, direttrice dell'Istituto, convinta di poter estrarre i loro doni: con qualunque mezzo, a qualunque costo. Chi non si adegua subisce punizioni implacabili. E così, uno alla volta, i compagni di Luke spariscono, mentre lui cerca disperatamente una via d'uscita. Solo che nessuno, finora, è mai riuscito a evadere dall'Istituto.

RECENSIONE
Cari romantici, questa volta ho letto un romanzo che mi ha incuriosita fin dal primo momento. Sono davvero felice di averlo potuto leggere per il blog. Stephen King è tornato con un nuovo libro "L'istituto" e ora, sono qui per recensirlo. La storia si apre con un personaggio di cui viene svelato pochissimo in un primo momento; è Tim, un uomo che per una serie di eventi si troverà a Dupray, una piccola cittadina nel Maine e inizierà a lavorare come guardia notturna. La sua comparsa è destinata a durare pochissimo nella prima parte, lasciando così una certa curiosità al lettore, che si chiede come mai venga accennato così poco sul suo conto. Luke ha dodici anni e un quoziente intellettivo nettamente superiore alla media. Frequenta due scuole prestigiose e ha due genitori presenti e premurosi. Una notte, una squadra speciale entra a casa sua, uccide i suoi genitori e lo rapisce. Dove lo porteranno? Al suo risveglio, pensa di essere nella sua cameretta, ma un dettaglio gli fa capire che così non è: non c'è la finestra. Infatti, è ben lontano da casa. Intorno ci sono altri bambini come lui, bambini speciali, che hanno delle doti psichiche fuori dal comune. Luke non aveva mai fatto troppo caso alle sue capacità telecinetiche, che si riducono a saper fare cadere una teglia vuota della pizza o a girare le pagine di un libro. Quello era solo un piccolo particolare rispetto alle sue capacità intellettive. Quando, però, capisce che i ragazzini insieme a lui hanno i suoi stessi poteri, un quadro alquanto inquietante inizia a farsi strada nei suoi pensieri. Telepatici e telecinetici vengono sottoposti a iniezioni, test, prove. Il tutto provoca in loro una strana visione, in cui compaiono tanti puntini colorati. Cosa sono questi puntini? Il tempo passa e Luke conosce meglio i suoi compagni di avventura. In modo particolare lega con Kalisha, una ragazza che è lì da molto più tempo di lui e con Avery, un bambino con un grande potenziale. Presto tutti finiranno nella Seconda Casa, ma nessuno sa cosa vi succeda. L'unica cosa certa è che chi entra all'Istituto non ne uscirà mai più. Luke tenterà l'impossibile per cambiare il suo destino e quello di altri bambini. Ma sulle sue spalle avrà un'enorme responsabilità.
"Trovarsi all'Istituto era come essere finiti in uno di quei vecchi manicomi dove i pazienti venivano rinchiusi senza essere curati."

Lo stile di Stephen King è fluido, lineare, brillante. Descrive alla perfezione le ambientazioni e le situazioni, ogni immagine è andata dritta al mio immaginario e non è stato affatto difficile immergermi nell'atmosfera cupa dell'Istituto. La narrazione è in terza persona e ci mostra un punto di vista onnisciente. Ci sono vari cambi di prospettiva, tanti personaggi, tante scene diverse che si intrecciano tra di loro. Eppure non c'è mai confusione, ma sempre una totale linearità. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, anche coloro che svolgono un ruolo secondario, come i collaboratori che lavorano presso l'Istituto. Ci sono i fanatici, gli psicotici che ormai hanno perso la razionalità e infine coloro che sono desensibilizzati. Quest'ultimo fenomeno accade spesso in seguito a esperienze traumatiche, come guerre e situazioni simili. Luke, il protagonista, è molto più maturo rispetto ai suoi dodici anni. Si dimostrerà coraggioso, leale, audace, disposto a tutto per arrivare al suo obbiettivo. Un altro personaggio importante è Tim, anche se non vi posso svelare niente di più. Mi è piaciuta molto la sua figura, perché mi ha ispirato fiducia e rassicurazione.
"«Se non possiamo scappare, dobbiamo prendere il controllo di questo posto.»"

La storia è complessa. La trama accattivante anticipa alla perfezione ciò che succederà, ma nessun lettore può essere davvero pronto a cosa si troverà davanti. È come avere tanti piccoli pezzi di un puzzle. Nello svolgimento, ogni pezzo va lentamente al suo posto, facendo arrivare alla soluzione il lettore poco prima di leggerla. Nella parte finale viene raccontata la verità sull'Istituto, cos'è e a cosa serve realmente. Qual è lo scopo di una organizzazione del genere? Ho trovato agghiacciante il fatto che ragazzini e bambini venissero maltrattati a tal punto. Oltre agli sperimenti atroci ai quali venivano sottoposti, non mancavano le umiliazioni e le violenze fisiche: schiaffi, teaser, torture. In poche parole, venivano totalmente annientati sia dal punto di vista fisico, che mentale ed emotivo. Le loro facoltà venivano annullate. Questo mi ha ricordato fin da subito la triste realtà dei campi di concentramento, la sperimentazione sulle persone e la totale violazione che avveniva sugli individui. Inoltre, ha evocato anche il trattamento che subivano i malati nei vecchi manicomi. Proprio in una citazione del libro, emerge questa similitudine. I malati non venivano curati, chi non era pazzo lo diventava in quegli ambienti opprimenti e violenti. L'istituto ricorda anche quest'altro desolato episodio della storia umana. Una delle cose peggiori al mondo è proprio quando un essere umano viene privato della sua identità, viene annullato e cancellato. La sua anima si sgretola fino a perdersi nel nulla. Ecco, questo è quello che succede all'Istituto. Il fatto che i protagonisti siano proprio dei bambini non ha fatto che aumentare la mia angoscia. È stato difficile leggere di tutti questi soprusi, ma lo è stato ancora di più proprio per la giovane età delle vittime. I temi trattati, come avrete già intuito, sono estremamente delicati. Si parla innanzitutto di annullamento della persona, di alienazione di massa, di sperimentazione, di violenza fisico e psicologica, di sfruttamento, di desensibilizzazione, di traumi. Ma proprio dalla peggiore disperazione, può nascere la speranza. Dunque, emerge anche un lato di ribellione, di lotta per la sopravvivenza, di voglia di vivere e di essere liberi. L'amicizia può legare le persone e spesso può salvarle. Come si dice, "l'unione fa la forza". Ovviamente nessuno dovrebbe mai provare anche solo una decima parte di ciò che accade nel libro, eppure la storia ci ricorda che queste cose sono successe realmente. Un dettaglio che fa venire i brividi. I riferimenti alla realtà non mancano, perché oltre ai vari spunti sulla Seconda Guerra Mondiale, ci sono tematiche attuali. In modo diverso, anche al giorno d'oggi ci sono bambini che vengono sfruttati e maltratti. Bambini a cui viene saccheggiata l'infanzia. Nessuno gliela potrà ridare, mai più. Secondo me, l'autore ha voluto in qualche modo sensibilizzare l'umanità riguardo all'infanzia e allo sfruttamento che pesa sulle spalle dei più indifesi. Mentre gli innocenti vengono schiacciati dal peso della violenza, i pilastri della politica e dell'economia si arricchiscono. Ecco, ci sono davvero tante sfumature che emergono da questa storia. Come vedete, gli spunti per riflettere non mancano affatto.
"L'istituto funziona esattamente come dicono che funzioni la mafia: una volta dentro, non puoi più tirartene fuori"

Leggere questo romanzo è stata un'esperienza forte, cruda, intensa, ma bellissima. Purtroppo, conosco ancora poco King. Ho letto pochi dei suoi libri, ma questo finora è quello che mi piace di più. Non posso e non voglio confrontarlo con altre sue opere, ma è risaputo che il Re abbia una dote innata nel raccontare dei ragazzini, dei loro stati d'animo e delle loro fragilità. Ma anche della loro forza. Qui è stato impeccabile nel fare emergere le emozioni più profonde degli umani. Quando iniziavo la lettura era come saltarci dentro, letteralmente. È stato un vero e proprio viaggio. Mi sono emozionata molto. Angoscia, ansia, paura mi hanno attanagliato la pancia, ma smettere di leggere è stato impossibile, perché a ogni pagina cresceva in me la curiosità e la voglia di un riscatto. Ho provato anche una forte speranza. Una volta arrivata alla fine, mi sono resa conto di quanto potesse anche essere commovente questa vicenda, che a suo modo è così realistica e triste. La copertina è molto evocativa e a libro terminato capirete perché. Mi è piaciuto osservarla mentre riflettevo su come trovare le giuste parole per recensire questo libro.
"<<Aiutami a costruire un castello nel quale potremo stare al sicuro, almeno per un po'.>>"

"<<Nessuno dovrebbe avere un potere così grande, tanto meno dei ragazzini.>>"

Potrei scrivere di questo romanzo ancora a lungo, ma preferisco fermarmi qui perché il resto lo dovrete scoprire voi leggendolo. A chi lo consiglio? Beh, innanzitutto a chi ama questo grandissimo autore. In realtà, mi sento di consigliarlo a tutti, perché è una lettura così intensa e bella che vale davvero la pena di essere affrontata. Una vicenda articolata, che si mostra nella sua totalità un poco alla volta; personaggi giovani ma inarrestabili; atmosfere cupe e cinematografiche. Questi sono alcuni dei tanti ingredienti che hanno reso questo libro speciale, come i protagonisti che lo popolano. "L'istituto" di Stephen King è coinvolgente, originale, crudo. Offre tanti motivi per riflettere e anche per arrabbiarsi, ma alla fine regala la speranza. Quella speranza che un giorno a nessun bambino, a nessun ragazzino o uomo, vengano rubate la propria identità, la propria vita, la propria libertà. Leggetelo e non ve ne pentirete! Per me, è stato meraviglioso. Buona lettura!
"Da piccole cose nascono grandi eventi."

Buona lettura!
Magnifico
Alla prossima, Giada Bertone.
Il team di Passion For Books. ♥

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