venerdì 22 febbraio 2019

Recensione "Il dottore di Varsavia" di Elisabeth Gifford

Cari romantici, Silvia Paguni ha letto "Il dottore di Varsavia" di Elisabeth Gifford, un romanzo storico edito Giunti Editore.

Titolo: Il dottore di Varsavia
Autrice: Elisabeth Gifford
Genere: Romanzo storico
Editore: Giunti
Ebook: 8,99€
Cartaceo: 12,66€
Per acquistarlo → Il dottore di Varsavia

to be continued...

SINOSSI
Varsavia, 1937. Quando Misha, giovane studente ebreo, assiste per la prima volta a una lezione del dottor Korczac, capisce subito che il suo destino non è la carriera di ingegnere voluta dal padre, ma diventare insegnante. Celebre in tutto il Paese per i rivoluzionari metodi educativi, Korczac fa da padre a 200 bambini che vivono nella sua Casa degli Orfani. Contro il parere della famiglia, Misha si offre di lavorare gratis nell'istituto e intanto, incontra Sophia, una bellissima studentessa che condivide i suoi sogni. Finché un giorno un muro di mattoni sorge a separare il Ghetto dal resto della città...

RECENSIONE

Al termine di letture di questo livello di solito ho bisogno di lasciar decantare emozioni e pensieri per un’intera giornata perché le vicende vissute insieme ai protagonisti fanno fatica a lasciarti andare. Capita con i bei libri, che alla fine ti senti come orfana delle parole dell’autore, quasi avessi lasciato partire una persona cara senza sapere cosa farà dopo di te.
Questa più o meno è la sensazione che lascia il racconto di una delle vicende più buie e atroci del XX secolo, soltanto più amplificata dal fatto che narra di verità e non di fantasia.
Brava l’autrice, specializzata in romanzi storici, ad aver trattato l’argomento del ghetto di Varsavia dal ’37 al ’45, impostandolo come un romanzo d’amore e speranza tra Misha e Sophia, assistenti del dottore e superstiti di quelle atrocità, alternato alle ricostruzioni fedeli degli avvenimenti storici.

“«Ma finché riusciremo a prenderci cura di tutti i nostri bambini, finché riusciremo a proteggere i nostri piccoli, allora come popolo avremo ancora una speranza.»”

Scritto e tradotto molto bene, narrato in terza persona, è un libro corale in cui a parlare dei fatti sono sia gli adulti che i bambini, gli uomini e le donne, tutti coloro che presero parte ai fatti inenarrabili raccolti intorno alla persona del dottor Korczak.
Egli si prodigava per gli orfani e i bambini polacchi ed ebrei in generale curandoli nel fisico e nell’anima, con l’affetto di un padre. Promuoveva la gentilezza comunque e con chiunque e credeva che in ogni essere umano esistesse sempre del buono che gli avrebbe permesso di non farsi odiare. Tra i suoi studenti e seguaci c’erano tanti giovani che ammiravano il suo operato. Tra questi Misha e Sophia che, realmente esistiti, attraverso le parole del loro terzo figlio che ha collaborato con l’autrice, rivivranno nel libro la loro storia d’amore nata proprio in quel triste frangente, dando alla stessa quegli attimi di respiro propri dell’amore.

“«Chi ha l’amore ha tutto.»”

È la storia indissolubile di ciò che avvenne in quell’arco temporale in una Polonia libera dal primo conflitto, appena uscita dal controllo delle superpotenze e che dopo un decennio ripiombava nel buio schiacciata tra la Russia e la Germania.

“«Guardate, perfino una piccola candela è più forte dell’oscurità. Per questo non dobbiamo mai smettere di credere che ogni atto di gentilezza sia più forte del buio.»”

Il rastrellamento del ghetto di Varsavia è una terrificante e disumana pagina di storia e qui è menzionata in tutta la sua sofferenza.
Il 5 agosto 1942 circa quattromila bambini lasciano il ghetto e vengono fatti salire sui treni alla volta di Treblinka.
La descrizione della processione del rastrellamento dei bambini dal ghetto con a capo il loro “papà” Korczak sarà una ferita che il lettore, come me, porterà sempre dentro. Durante la guerra, nell’arco di quattordici mesi, nel solo campo di sterminio di Treblinka, furono uccise novecentomila persone. Korczak fu uno dei pionieri dell’assistenza all’infanzia e attraverso i suoi scritti e i suoi libri si sono gettate le basi della prima “Dichiarazione dei diritti del fanciullo” del 1924 e accolta dalle Nazioni Unite nel 1959, è ancora in vigore.
I principi di questo uomo erano quei valori fondamentali che un adulto dovrebbe imparare a coltivare verso il prossimo, ma soprattutto verso i bambini: tolleranza, giustizia, rispetto ed empatia.
Egli riteneva che quando una nazione decide di non prendersi cura dei bambini, la stessa civiltà è a rischio.
Il messaggio di Korczak è quello sul diritto dei bambini all’amore e al rispetto, perché “Il bambino non sarà una persona domani, il bambino è già una persona oggi”.
Non posso che consigliarne la lettura con tutte le avvertenze del caso quando si affrontano argomenti storici realmente accaduti.
Buona lettura!

Magnifico
Alla prossima, Silvia Paguni.
Il team di Passion For Books. ♥

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