venerdì 31 luglio 2020

Recensione "La grazia dei re" di Ken Liu

Cari romantici, Ersilia Facciolo ha letto "La grazia dei re" di Ken Liu, primo volume della serie Dinastia del dente di leone, un fantasy edito Mondadori.

Titolo: La grazia dei re
Autore: Ken Liu
Serie: #1 Dinastia del dente di leone
Genere: Fantasy
Editore: Mondadori
Per acquistarlo → La grazia dei re

to be continued...
SINOSSI
L'Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell'arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d'origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l'Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare.
È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l'impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l'uno l'opposto dell'altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l'imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.


RECENSIONE
Il volume è il primo di una trilogia: “La dinastia del dente di leone”. Un romanzo che lo stesso autore ha definito “Silkpunk”, un misto di fantasy e fantascienza, un insieme di tecnologia avveniristica ispirata alle antichità orientali dell’Asia: aeronavi da combattimento rivestiti di seta, divinità muta-forma, libri magici che avverano i desideri. Già dalle prime pagine ci viene descritto il regno di Dara, un arcipelago di isole piene di cultura, costrette a vivere sotto il giogo di un tiranno, che ha annientato gli usi e costumi di ogni singola isola, unificandoli in un unico regno.
“Certe volte, il malcontento cresceva così tanto che il popolo doveva gridare al mondo i propri pensieri sovversivi semplicemente per continuare a vivere.”

Ed è in questo contesto che cresceranno e vivranno i due protagonisti di questo epico viaggio: Kuni Garu, vagabondo perdigiorno, e Mata Zyndu, discendente di un’antica famiglia di guerrieri. Due uomini agli opposti che combatteranno fianco a fianco per i propri ideali. Due uomini amici-nemici.

“Cos’è il destino, se non un insieme di coincidenze in retrospettiva?”

Per me il fulcro del romanzo è tutto racchiuso in questa frase. Cosa saremmo disposti a fare per compiere ciò che crediamo sia il nostro destino?
“Mata annuì, avvertendo di nuovo quel peso sulle spalle, la storia che scorreva in lui. Non era altro che un anello in una lunga catena di guerrieri illustri, guerrieri cui si erano inchinati dei re.”

Un romanzo che è un affresco di un mondo che si va via via delineando in modo minuzioso, con una descrizione geografica molto particolareggiata, costellato di intrighi, battaglie, giochi di potere e personaggi che muoiono nell’arco di tempo di un capitolo. La scrittura è lineare, senza fronzoli, cruda, racconta i fatti e a volte l’ho trovata un tantino prolissa con troppe descrizioni. A mio avviso è un romanzo complesso e anche corposo, sono più di 600 pagine, pieno zeppo di personaggi e di informazioni di ogni sorta. Anche gli dei hanno un ruolo attivo nella storia, mettendosi in mezzo nelle scelte degli uomini, con dei “siparietti “ che ho trovato molto irriverenti, entrando in aveva nel romanzo in prima persona, dicendo ognuno la propria. Ho avuto qualche difficoltà a stare dietro a tutti i personaggi e alle vicende secondarie. Il merito dell’autore è di aver creato un mondo fittizio ponendolo sulle basi dell’antica Cina. Ciò che veramente risalta in questo romanzo non sono i personaggi, a mio parere, ma la storia stessa, il tessuto narrativo è il perno del romanzo. Non sono riuscita ad affezionarmi a nessun personaggio in particolare, mancava un po’ a tutti quel qualcosa in più, non so quello scintillio che ti fa amare da subito un personaggio. Personaggi che sono ben descritti e particolareggiati, come gli occhi con due pupille di Mata, ma mancano di passionalità. Ken Liu affronta anche molti temi sociali: la disuguaglianza tra ricchi e poveri, la corruzione del potere, l’uso della politica e delle sue macchinazioni. Inoltre le donne hanno un ruolo attivo nel romanzo, in alcuni tratti sembra un inno femminista. Credo che sia un romanzo per lettori “forti e pazienti”, quelli a cui piacciono le storie intricate e hanno la pazienza, in questo caso di arrivare oltre pagina 200 e godersi la storia. Lo consiglio a chi ama il genere fantasy ma con quel qualcosa in più!
Un libro eccezionale. Buona lettura!
Magnifico
Alla prossima, Ersilia Facciolo.
Il team di Passion For Books. ♥

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