lunedì 27 aprile 2020

Recensione "Una brava ragazza" di Mary Kubica

Cari romantici, Silva Zenati ha letto "Una brava ragazza" di Mary Kubica, un thriller edito Newton Compton Editori.

Titolo: Una brava ragazza
Autrice: Mary Kubica
Genere: Thriller
Editore: Newton Compton Editori
Per acquistarlo → Una brava ragazza

to be continued...

SINOSSI
Mia Dennett è figlia di un importante giudice di Chicago, ma ha scelto di condurre una vita semplice, lontana dai quartieri alti e dalla mondanità in cui è cresciuta. Una sera come tante, entra in un bar per incontrare il suo ragazzo ma, all’ennesima buca di lui, Mia si lascia sedurre da un enigmatico sconosciuto dai modi gentili. Colin Thatcher – questo il vero nome del suo affascinante nuovo amico – sembra il tipo ideale con cui concedersi l’avventura di una notte. Peccato che si rivelerà il peggior errore della sua vita: Colin infatti è stato assoldato per rapirla. Ma quando Thatcher, invece di consegnare l’ostaggio, decide di tenere Mia con sé e di nasconderla in un remoto capanno del Minnesota, il piano prende una piega del tutto inaspettata. A Chicago, intanto, la madre di Mia e il detective Gabe Hoffman, incaricato delle indagini, sono disposti a tutto pur di ritrovare la ragazza, ma nessuno può prevedere le conseguenze che un evento tanto traumatico può avere su una famiglia apparentemente perfetta…

RECENSIONE

Mia, giovane, bella , insegnate d'arte e figlia del ricchissimo e famoso giudice Dennet viene rapita. Passano i mesi e nessuno chiede il riscatto quando finalmente, l'ispettore Gabe Hoffman riesce a individuare dov'è tenuta nascosta e a liberarla.
Ma cosa è successo in quei mesi?
Perché non è stato chiesto il riscatto?
L'unica che sa la verità è Mia, ma lei non ricorda nulla, nemmeno il suo nome. Solo il paziente lavoro di una psicologa e l'affetto della madre riusciranno a far luce su quei mesi di vita perduta.
Eccomi qui a parlare di questo thriller. Se volessi trovare un'analogia cinematografica direi che somiglia a quei film degli anni '70 cupi e lenti con la tragedia annunciata all'inizio a cui si arriva a ritroso attraverso flashback, rimembranze e pentimenti vari dei personaggi. Uno di quelli che davano il mercoledì, la sera sul tardi, alla TV individuati dalla critica come “introspettivi” che iniziavo a guardare incuriosita e alla metà mi accorgevo che erano noiosetti, ma li guardavo fino alla fine perché ormai era tardi e gli altri programmi erano iniziati da un pezzo.

I Dennet assomigliano alle altre famiglie che vivono nel North shore di Chicago, i sobborghi che costeggiano le sponde del lago Michigan a Nord della città: sono ricche da far schifo.
~
Ripenso alle parole con le quali il sergente mi aveva affidato il caso “Non m'incasini quest'affare”

Una parola di merito la voglio spendere per il tipo di scrittura scelto dall'autrice con i capitoli che saltano avanti e indietro rispetto al “fattaccio” e ogni capitolo è scritto in prima persona da uno dei tre personaggi principali Eve, la mamma, Colin, il rapitore e Gabe l'ispettore. Per il resto, niente che mi abbia fatto battere il cuore o saltare sulla sedia.
Insomma, tutto è abbastanza stereotipato: un matrimonio ormai alla frutta con il marito super giudice che sta sempre da qualche altra parte che non sia la casa, due figlie, una perfetta tanto che studia da avvocato come il padre e l'altra ultra imperfetta tanto da essere artista, addirittura. L'ispettore accurato e dalla spiccata umanità, il rapitore delinquente per sfiga, ma che poi non è così cattivo.

Mi ci è voluto tutto il mio autocontrollo per staccarmi da lei. Per volgere le spalle ai suoi occhi supplichevoli, per sforzarmi di lasciar perdere. C'è qualcosa di sbagliato nel farti la ragazza che stai per rapire.

Come quando guardavo il filmone anni '70 fino alla fine per inerzia, così ho letto fino alla fine questo thriller per capire cosa avesse causato la totale amnesia della protagonista e quando ci sono arrivata non ho trovato ad aspettarmi un gran colpo di scena.

Forse lei non è, come presumevo, chiusa e interessata solo a se stessa. Conosco la sensazione che danno gli sguardi sfuggenti, o di chi ti guarda senza vedere niente. Conosco il tono sprezzante della voce, so come ci si sente quando si è traditi e disillusi, quando qualcuno che potrebbe darti il mondo rifiuta perfino di concedertene un pezzetto. Forse non siamo tanto diversi, in fondo.

In definitiva posso dire che, a mio avviso, è un romanzo senza infamia e senza lode con situazioni già viste, sviluppate in modo coerente, ma senza grande passione e personaggi scaturiti da caratteri già visti con ovvi e conseguenti comportamenti.
Buona lettura!
Mediocre
Alla prossima, Silva Zenati.
Il team di Passion For Books. ♥

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