lunedì 17 febbraio 2020

Recensione "Ti stavo pensando" di Mattia Ollerongis

Cari romantici, Silvia Paguni ha letto "Ti stavo pensando" di Mattia Ollerongis, un romanzo edito Sperling&Kupfer.

Titolo: Ti stavo pensando
Autore: Mattia Ollerongis
Genere: Romanzo
Editore: Sperling&Kupfer
Per acquistarlo → Ti stavo pensando

to be continued...

RECENSIONE
Era fatta per gli equilibri, non per i terremoti. Alla ricerca della persona giusta, di qualcuno che la ascoltasse per davvero o che semplicemente le dicesse: «Ti stavo pensando».
L'amore confonde, illude, manipola, ferisce, delude. E Greta lo sa bene. Quando Simone decide che tra loro è finita, il dolore la travolge e niente sembra poterla consolare, nemmeno le parole vuote delle amiche di sempre che la rivogliono allegra e spensierata. Ma non c'è un tempo per rinascere, non c'è un modo universale per guarire, ciascuno ha il suo. E quello di Greta ha un nome: Matteo. I due frequentano la stessa università ma s'incontrano per caso, nel bar in cui lei lavora, e da quel momento la vita cambia per entrambi. Con delicatezza, Matteo si fa spazio nel cuore di Greta e le offre una spalla su cui piangere, ascoltandola come nessun altro aveva mai fatto prima di allora. Mentre lui la sorprende con la sua silenziosa vicinanza, lei lo incanta con il suo sorriso che lo fa sentire leggero e spensierato. Ben presto però Greta, sempre alla ricerca del perfetto equilibrio, s'imbatterà di nuovo nell'ennesimo terremoto: Simone sembra essere tornato e Matteo nasconde qualcosa che agli occhi di lei pare un tradimento. Non tutti gli amori sono destinati a resistere a tutto: per alcuni, due cuori che battono all'unisono non sono abbastanza; per alcuni, bisogna vincere le paure per non precipitare.

RECENSIONE

Sarò sincera, e mi spiace, ma non ho capito molto su come affrontare la lettura di questa storia. L’autore lo definisce un romanzo poetico, e infatti è un insieme di prosa, versi e parti romanzate. È uno stile di scrittura così dinamico e rapido che ricorda più un elenco di pensieri intimi appuntati in sequenza su un diario, o addirittura una serie di frasi come quelle lette sul web e che, infatti, ho ritrovato sul profilo instagram dell’autore. Solo che, lette lì, anche se slegate una dall’altra, sono piacevoli da leggere, come monito, di cui fare tesoro all’occorrenza. Ma, forse, messe insieme a formare un tutt’uno, a me sono risultate solo ripetitive e confusionarie. Tanto da non riuscire a ricordarne una per intero.

“Siamo pezzi che combaciano ma che non sanno più restare insieme. E fa male. Tanto male. E magari ci ignoreremo ancora per un po' ma un bel giorno non potremo fare a meno di cercarci e stringerci forte.”

La storia non si afferra in maniera chiara, ma si intuisce. È quella della protagonista Greta, che viene lasciata da Simone, il quale è uno di quelli da “meglio perderlo che trovarlo” per cui lei si dispera e cerca di convincersi, scrivendo, a lasciarlo stare. Greta è combattuta tra dar ragione al cervello, che le sussurra di mollare e dimenticare Simone, e il cuore, che invece la convince a ritornare sempre sugli stessi errori. È un amore adolescenziale, da prime emozioni e delusioni che sembrano insormontabili, con le sue conseguenze e le sue dinamiche. A questo duo si aggiunge Matteo, che inizialmente da amico, sta accanto a Greta cercando di supportarla, per poi riscoprirsi cambiato da questa amicizia. Lo stile di scrittura è quindi poco fluido, una via di mezzo tra la poesia, il diario personale e una storia narrata in prima persona. Il libro non è diviso in capitoli, ma in tre macro blocchi suddivisi in Lei, Lui e Noi e infine è presentato l’epilogo. Ogni parte è poi a sua volta articolata scrivendo in prosa alternata a versi e parti romanzate. A volte non nego di aver fatto fatica a star dietro a chi fosse il soggetto narrante in quel momento. Ciò non toglie che, le cose che l’autore sottolinea e i consigli che elargisce, siano tutti concetti ben detti e di impatto immediato.

“Certe persone non sanno dirsi addio, non sanno dimenticarsi perché non se lo spiegano nemmeno loro ma qualcosa nel profondo riesce a sopravvivere e resiste, resiste a tutto.”

Come delle pillole di romanticismo e di incoraggiamento nelle situazioni più avvilenti che inevitabilmente accompagnano gli amori giovani. Poiché è la prima volta per me la lettura di questo autore, darò il beneficio del dubbio leggendo sicuramente un altro suo scritto, sperando di rivalutarlo e magari ricredermi, dando ragione alle tante ragazze che invece ne apprezzano proprio lo stile e i contenuti. Questo, tuttavia, non ha incontrato il mio gusto. Non escludo che questo sia solo un mio limite, magari dovuto al salto generazionale. È infatti una lettura che consiglio a un pubblico giovane e che, di solito, cerca una risposta immediata alle prime domande sui sentimenti e le loro conseguenti reazioni.
Buona lettura!
Mediocre
Alla prossima, Silvia Paguni.
Il team di Passion For Books. ♥

Nessun commento:

Posta un commento