Titolo: Ti stavo pensando
Autore: Mattia Ollerongis
Genere: Romanzo
Editore: Sperling&Kupfer
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to be continued...
RECENSIONE
Era fatta per gli equilibri, non per i terremoti. Alla ricerca della persona giusta, di qualcuno che la ascoltasse per davvero o che semplicemente le dicesse: «Ti stavo pensando».
L'amore confonde, illude, manipola, ferisce, delude. E Greta lo sa bene. Quando Simone decide che tra loro è finita, il dolore la travolge e niente sembra poterla consolare, nemmeno le parole vuote delle amiche di sempre che la rivogliono allegra e spensierata. Ma non c'è un tempo per rinascere, non c'è un modo universale per guarire, ciascuno ha il suo. E quello di Greta ha un nome: Matteo. I due frequentano la stessa università ma s'incontrano per caso, nel bar in cui lei lavora, e da quel momento la vita cambia per entrambi. Con delicatezza, Matteo si fa spazio nel cuore di Greta e le offre una spalla su cui piangere, ascoltandola come nessun altro aveva mai fatto prima di allora. Mentre lui la sorprende con la sua silenziosa vicinanza, lei lo incanta con il suo sorriso che lo fa sentire leggero e spensierato. Ben presto però Greta, sempre alla ricerca del perfetto equilibrio, s'imbatterà di nuovo nell'ennesimo terremoto: Simone sembra essere tornato e Matteo nasconde qualcosa che agli occhi di lei pare un tradimento. Non tutti gli amori sono destinati a resistere a tutto: per alcuni, due cuori che battono all'unisono non sono abbastanza; per alcuni, bisogna vincere le paure per non precipitare.
RECENSIONE
Sarò sincera, e mi
spiace, ma non ho capito molto su come affrontare la lettura di questa storia.
L’autore lo definisce un romanzo poetico, e infatti è un insieme di prosa,
versi e parti romanzate. È uno stile di scrittura così dinamico e rapido che
ricorda più un elenco di pensieri intimi appuntati in sequenza su un diario, o
addirittura una serie di frasi come quelle lette sul web e che, infatti, ho
ritrovato sul profilo instagram dell’autore. Solo che, lette lì, anche se
slegate una dall’altra, sono piacevoli da leggere, come monito, di cui fare
tesoro all’occorrenza. Ma, forse, messe insieme a formare un tutt’uno, a me
sono risultate solo ripetitive e confusionarie. Tanto da non riuscire a
ricordarne una per intero.
“Siamo pezzi che
combaciano ma che non sanno più restare insieme. E fa male. Tanto male. E
magari ci ignoreremo ancora per un po' ma un bel giorno non potremo fare a meno
di cercarci e stringerci forte.”
La storia non si afferra
in maniera chiara, ma si intuisce. È quella della protagonista Greta, che
viene lasciata da Simone, il quale è uno di quelli da “meglio perderlo che
trovarlo” per cui lei si dispera e cerca di convincersi, scrivendo, a lasciarlo
stare. Greta è combattuta tra dar ragione al cervello, che le sussurra di
mollare e dimenticare Simone, e il cuore, che invece la convince a ritornare
sempre sugli stessi errori. È un amore adolescenziale, da prime emozioni e
delusioni che sembrano insormontabili, con le sue conseguenze e le sue
dinamiche. A questo duo si aggiunge Matteo, che inizialmente da amico, sta
accanto a Greta cercando di supportarla, per poi riscoprirsi cambiato da questa
amicizia. Lo stile di scrittura è quindi poco fluido, una via di mezzo tra la
poesia, il diario personale e una storia narrata in prima persona. Il libro non
è diviso in capitoli, ma in tre macro blocchi suddivisi in Lei, Lui e Noi e
infine è presentato l’epilogo. Ogni parte è poi a sua volta articolata
scrivendo in prosa alternata a versi e parti romanzate. A volte non nego di
aver fatto fatica a star dietro a chi fosse il soggetto narrante in quel
momento. Ciò non toglie che, le cose che l’autore sottolinea e i consigli che
elargisce, siano tutti concetti ben detti e di impatto immediato.
“Certe persone
non sanno dirsi addio, non sanno dimenticarsi perché non se lo spiegano nemmeno
loro ma qualcosa nel profondo riesce a sopravvivere e resiste, resiste a
tutto.”
Buona lettura!
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Mediocre |
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