sabato 16 marzo 2019

Recensione "L'inverno di Giona" di Filippo Tapparelli

Cari romantici, Giada Bertone ha letto "L'inverno di Giona" di Filippo Tapparelli, un romanzo edito Mondadori.

Titolo: L'inverno di Giona
Autore: Filippo Tapparelli
Genere: Romanzo
Editore: Mondadori
Ebook: 9,99€
Cartaceo: 14,45€
Per acquistarlo → L'inverno di Giona

to be continued...
SINOSSI
Io non temo il buio, anzi. Nel buio più profondo anche la paura procede a tentoni e io, invece, ho imparato a vederci.
"Non ti ho mai conosciuto davvero, padre. Uomo sparito, fantasma di un fantasma. Hai carne di vento, pelle di nebbia. Non ti riconosco eppure sei me centomila volte al giorno." Siamo su una montagna ostile, fa molto freddo. Giona non ha ricordi. Ha poco più di quattordici anni e vive in un villaggio aspro e desolato insieme al nonno Alvise. Il vecchio, spietato e rigoroso, è l'uomo domina il paese e impone al ragazzo compiti apparentemente assurdi e punizioni mortificanti. In possesso unicamente di un logoro maglione rosso, Giona esegue con angosciata meticolosità gli ordini del vecchio, sempre gli stessi gesti, fino a quando, un giorno, non riesce a scappare.
La fuga si rivelerà per lui un'inesorabile caduta agli inferi, inframmezzata da ricordi della sua famiglia, che sembrano appartenere a una vita precedente, e da apparizioni stravolte.
In un clima di allucinata sospensione temporale, il paese è in procinto di crollare su se stesso e la terra sembra sprofondare pian piano sotto i piedi del ragazzo. La verità è quella che appare?
Solo un decisivo cambio di passo consentirà al lettore di raggiungere la svolta finale e comprendere davvero che cos'è l'inverno di Giona.


RECENSIONE
Ciao Romantici!
Ho letto "L'inverno di Giona" di Filippo Tapparelli e sono qui per parlarvene. Giona è un ragazzino che vive col nonno Alvise, un uomo autoritario e malvagio, che lo maltratta e umilia. Il paesino di montagna in cui si trovano è un luogo sperduto e con pochi abitanti. Giona non conosce altro che quella realtà e non ha ricordi. Un giorno che sembra uguale a tutti gli altri, però, il ragazzo deve fare una scelta, per la prima volta in vita sua, grazie a quella scelta, tutto cambierà. Inizierà così un viaggio, tra strani personaggi e una natura cruda.
"Non ho ricordi di quando ero piccolo, non ne ho nemmeno uno. Eppure devo essere stato un bambino anch'io..."

Il libro è scorrevole, scritto magistralmente e i personaggi sono ben caratterizzati, anche se sfuggevoli e curiosi. Personalmente, ho letto questo romanzo velocemente, perché una volta iniziato è impossibile smettere di leggere.
"Tutti azzurri questi occhi eccetto i miei, che sono fatti di terra e muschio."

Questa volta mi sono trovata davanti a qualcosa di totalmente innovativo. Non avevo mai letto nulla di simile. Voglio porre la mia attenzione su ciò che ho provato, ovvero una miriade di sensazioni. I miei sensi sono stati coinvolti grazie alla descrizione di visioni, ma anche di odori, suoni e sapori. Ogni volta era come se quella particolare sensazione avesse raggiunto direttamente il mio corpo. Così ho sentito l'odore delle foglie bagnate o della terra, il rumore della pioggia, l'umidità sulla pelle della nebbia, il freddo della neve e tante altre percezioni. In questo lo scrittore è stato un vero maestro.

Per quanto riguarda la storia ammetto che mi ha lasciato senza parole. È difficile da spiegare, perché la comprensione del libro avviene solo una volta completato.
La verità, la realtà e i ricordi riaffiorano nella mente del protagonista un poco alla volta, proprio come accade al lettore, che viene catapultato in uno scenario opprimente.
La casa di Alvise è il luogo in cui Giona viene maltrattato; è stato difficile leggere la violenza a cui il ragazzo veniva sottoposto. Questa casa, dai muri freddi e umidi, vive ancora nel mio immaginario, grazie alle descrizioni accurate. Lì ho provato un senso di impotenza e di oppressione. Era claustrofobico, così come il paesino.
Giona incontra vari personaggi e fin dal primo momento ho avuto l'impressione che ognuno di loro rappresentasse qualcosa o qualcuno, è così che ho cercato di notare ogni dettaglio. È come se fosse una sorta di fiaba, con significati nascosti e simboli. In netto contrasto con l'atmosfera claustrofobica, c'è la natura. Questa natura mi è apparsa un po' come una Madre e un po' come una Matrigna, per citare Leopardi. Coi suoi spazi sconfinati mi ha permesso di tornare a respirare. Al tempo stesso mi ha nuovamente fatta soffocare con quell'aria densa di nebbia e la terra scura e fredda. Come avrete potuto notare, sto nuovamente facendo riferimento a delle sensazioni che mi sono arrivate. A mio avviso, è proprio questa la vera chicca del romanzo. Leggere diventa un'esperienza vissuta sulla propria pelle, grazie a potenti evocazioni.
"Vorrei che tutto questo fosse un incubo. Vorrei che fosse così perché gli incubi non uccidono, a differenza dei ricordi."

"L'inverno di Giona" è un libro che fa soffrire, è angosciante, drammatico, commovente fino alle lacrime. Sono stata travolta dalla potenza delle parole scritte. La realtà si confonde con una visione più onirica.
A volte non si distingue più cosa è reale e cosa non lo è. I ricordi, uno dopo l'altro, riaffiorano nella mente di Giona, fino al tragico epilogo, inaspettato e struggente. Non è una lettura semplice, perché è capace di toccare nel profondo e smuovere i sentimenti di chi legge. È originale, crudo, forte. Nella trama, c'è scritto che solo dopo un decisivo cambio di passo il lettore potrà comprendere cos'è l'inverno di Giona. Questa affermazione è vera nel modo più assoluto. Ho passato la maggior parte del tempo chiedendomi quale fosse il significato del libro, della storia, dei personaggi. Volevo capire a tutti i costi. Ora che ho finito la lettura, mi sono fermata a riflettere e ho potuto comprendere molte cose, ma non ho voluto andare oltre. Non ho il potere e la capacità di capire il vero significato di questa lettura, a cui potrei solo dare una mia personale interpretazione e non voglio farlo. Voglio semplicemente prendere tutto ciò che mi hanno regalato queste pagine e aggiungerle al mio "bagaglio".
"Lei possiede il passato, che a me è stato portato via. Ecco perché può vedere il futuro."

Potrei dilungarmi ancora e ancora, perché sono entusiasta, ma preferisco fermarmi qui. Concludo dicendo che "L'inverno di Giona" mi è entrato dentro, con le sue mille sfaccettature e sarà per me indimenticabile. È stato un viaggio doloroso, ma altrettanto bello e suggestivo. Uno stile all'avanguardia, che mi ha trasmesso tante sensazioni e che mi ha letteralmente catturata e portata in quel paesino di montagna, ma ancor di più dentro alla mente umana.
Vi consiglio caldamente di leggere questo libro, cercando di viverlo il più possibile e ringrazio l'autore per questa opera indimenticabile. Buona lettura!

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