domenica 3 febbraio 2019

Recensione "Cominciò tutto per caso" di Nina Lupi

Cari romantici, Silvia Paguni ha letto "Cominciò tutto per caso" di Nina Lupi, un romanzo edito Newton Compton Editori.

Titolo: Cominciò tutto per caso
Autrice: Nina Lupi
Genere: Romanzo
Editore: Newton Compton Editori
Ebook: 5,99€
Disponibile in Kindle Unlimited
Cartaceo: 7,50€
Per acquistarlo → Cominciò tutto per caso

to be continued...

SINOSSI
Quando Elena, il giorno del suo compleanno, scopre per caso che suo marito l’ha tradita, fa le valigie e parte con il figlio alla volta della Puglia, verso i luoghi nei quali ha trascorso la propria infanzia. Arrivata a Lecce, si stabilisce nel palazzo in cui vive suo zio Gigi. È proprio qui che incontra Michele, un giovane pittore romano trasferitosi da poco in Puglia, per il quale comincia ben presto a nutrire una tenera simpatia. Durante una passeggiata notturna, sotto il cielo stellato di Lecce, Michele ed Elena fanno però una scoperta che rischia di complicare non poco la vita dell’intera città e che li coinvolge più di quanto loro possano immaginare. Si tratta di un segreto di famiglia, che qualcuno ha voluto tenere nascosto per molto tempo…

RECENSIONE
Premetto stavolta di essere stata tratta in inganno dalla leziosa copertina e dalla categoria “romanzo rosa” in cui il libro è inserito negli stores.
In realtà mi sono ritrovata a leggere un romanzo attuale di denuncia con tratti di giallo e mistero, che presenta solo marginalmente una storia sentimentale.
Tuttavia, nonostante il fraintendimento, l’ho letto con piacere fino alla fine.
Scritto bene con una gran bella ambientazione nella città di Lecce, piacevole e accattivante nel susseguirsi dei fatti e nell’intreccio narrativo. È una storia scritta in terza persona che affronta una tematica seria, importante e sempre attuale, cioè quella dell’approdo sulle nostre coste delle donne nigeriane attirate in Italia con promesse di una vita migliore e poi costrette dai malavitosi a prostituirsi per tener salva la propria vita e quella dei loro cari rimasti in Africa. Il delicato argomento di questa moderna forma di schiavitù è scoperto e portato alla luce dal personaggio principale Elena. Lei è una mamma quarantenne, giornalista ormai per hobby, fotografa per passione e sognatrice di origini salentine che insieme al figlio Ben lascia, nella fredda Amburgo dove vive ormai da sempre, il marito fedifrago, per ritornare nella terra del sole e ricominciare a vivere.

“E agitò la tessera internazionale. Non la usava ormai più da anni, ma l’aveva sempre rinnovata, per pura abitudine – o forse per nostalgia – e continuava a tenerla sempre nel portafoglio. Come se toglierla significasse dire definitivamente addio alla sua passione di giornalista e fotografa. Come se assieme a quel documento se ne andasse anche una parte della sua stessa vita. E così portava ancora con sé il foglietto di plastica che un tempo l’aveva salvata in più di una occasione, aprendole numerose porte.”

Qui conosce Michele, un cameriere romano quasi trentenne, anche lui a Lecce per ottimi motivi, con cui intreccerà la sua strada e con il quale proverà a risolvere situazioni inaspettate, svelando misteri del passato e altarini insospettabili. Come cita il titolo nasce davvero tutto per caso, da una cartolina trovata in un cassetto da Michele alla morte della mamma, in cui vi è un indizio strano che lo incuriosisce e lo spinge a partire.
Una storia che lascia spunti di riflessione e costringe il lettore a porsi domande legittime su alcuni aspetti della quotidianità che di solito vengono sottovalutati, come l’inganno delle apparenze e la cosiddetta “normalità” dei costumi e delle abitudini di alcuni “cittadini”.

“«In Nigeria la gente non sa quel che trovano le ragazze qua?», chiese Elena. «Bisogna spargere la voce».
«Forse ormai sì. Ma cosa cambia? Cosa pensate voi europei, che migliaia di africani rimangano a morire di fame, di AIDS o di malaria, a farsi ammazzare da qualche folle dittatore e dai loro bambini soldato tossicodipendenti e a passare il tempo seduti in mezzo alla spazzatura tra le baracche, senza mai arrivare a pensare di metter piede dall’altra parte del mare, in Europa? Stai sicura che ci sono tante buone ragioni per attraversare il deserto e ammassarsi in una barca, senza neppure sapere esattamente cosa ti aspetta dall’altra parte».
«Hai ragione, noi non ne sappiamo proprio niente».”

Impossibile scendere più nei particolari senza spoilerare, il bello della storia è stato proprio scoprire pagina dopo pagina come si sarebbe potuta risolvere l’intera situazione.
Tanti i personaggi che ruotano attorno alla vicenda della tratta delle immigrate, alcuni lasciati con poche e scarne descrizioni, altri più incisivi come Cosima, l’ex prostituta dal cuore d’oro, o Gigi lo zio di Elena amante dell’operetta e antiquario ridondante dal gusto discutibile.
Bello lo stile di scrittura dell’autrice, fluido e colloquiale, specialmente nelle rilassanti descrizioni conviviali dei personaggi tra un Primitivo di Manduria e un Limoncello fatto in casa.
Personalmente mi ha ricordato in alcuni tratti i gialli di casa nostra, raccontati alla solare maniera del sud come quelli di Camilleri.
Preannunciato che non si tratta di un tipico romanzo rosa, è comunque consigliato a tutti, in special modo a chi cerca un romanzo con un argomento attuale e una scrittura schietta.
Buona lettura!

Piacevole
Alla prossima, Silvia Paguni.
Il team di Passion For Books. ♥

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