martedì 25 febbraio 2020

Recensione "L'infermiera di Hitler" di Mandy Robotham

Cari romantici, Silva Zenati ha letto "L'infermiera di Hitler" di Mandy Robotham, un romanzo storico edito Newton Compton Editori.

Titolo: L'infermiera di Hitler
Autrice: Mandy Robotham
Genere: Romanzo storico
Editore: Newton Compton Editori
Per acquistarlo → L'infermiera di Hitler

to be continued...

SINOSSI
Germania, 1944. Prelevata dal campo di concentramento in cui era prigioniera, Anke Hoff non ha idea del destino che la attende. Quando le viene ordinato di assistere, come ostetrica, qualcuno molto vicino a Hitler è costretta ad accettare: in caso contrario tutta la sua famiglia verrebbe uccisa. Nonostante l’odio per il regime che ha perseguitato lei e i suoi cari, Anke dovrà fare del suo meglio per prendersi cura della misteriosa donna e del bambino che porta in grembo, la cui vita è legata a doppio filo alla sua. Ma nel rifugio di Berghof, la residenza segreta del Führer tra le Alpi bavaresi, niente è come sembra. Molte delle persone lì presenti, infatti, sono sottoposte allo stesso ricatto di Anke. E affezionarsi a uno di loro potrebbe complicare ancora di più le cose, mettendola davanti a una scelta impossibile da compiere. L’amore può sopravvivere agli orrori di una guerra?

RECENSIONE

Nel febbraio 1942 a Berlino Hanke Hoff viene prelevata insieme alla sua famiglia, separata da essa e trasportata in un campo di lavoro. La loro colpa, nonostante siano tedeschi, è quella di essere in disaccordo con il regime e farlo capire apertamente. La colpa di Anke è rafforzata da come lei svolge il suo lavoro di levatrice: in ospedale, nascondendo il più possibile le deformazioni anche minime dei neonati che la legge gli avrebbe imposto di denunciare  immediatamente alle autorità e, nella vita privata, recandosi nel ghetto ebreo ad aiutare le donne in travaglio perché per Anke non fa alcuna differenza la religione o la nazionalità di una donna che stia per partorire, dove c'è una donna in travaglio, Anke c'è.
Una volta al campo di lavoro cerca di nascondere la sua professione fino a quando una delle donne, che sopravvivevano nella fetida baracca insieme a lei, non entra in travaglio. L'istinto di Anke e la sua conoscenza professionale hanno la meglio sulla prudenza e, da quel momento, lei diventa la “levatrice dei parti in casa” per quanto si potessero chiamare casa le baracche fredde e sporche, infestate dai ratti.
Anke uscirà da quel campo due anni dopo non per essere libera, ma per avviarsi verso una nuova più pericolosa prigionia dove sarà caricata di un'enorme responsabilità: dovrà seguire durante la gravidanza e nel parto nientemeno che Eva Brown che porta in sé il figlio del “padre della Germania”, il figlio del Reich.
Sotto la minaccia di ritorsioni verso i membri della sua famiglia, prigionieri in diversi campi, Anke dovrà trovare la forza di  occuparsi della giovane Eva lasciando da parte la propria repulsione per tutto quello che riguarda il padre del bambino.
In mezzo alle montagne bavaresi circondata dal lusso, dove il dolore, la morte, il sangue delle battaglie non  arrivano, Anke è assalita dal dolore e dai sensi di colpa,  e da mille dubbi quando viene segretamente contattata dalla resistenza che vorrebbe il bambino per non farne un trionfo di Hitler. Per Anke però, quello che sta per arrivare è solo un bambino e quella che sta per darlo alla luce è solo una donna bisognosa del suo aiuto.
Cosa potrà fare Anke? Ci sarà un assalto appena dopo il parto? O è tutto un raggiro dei tedeschi per mettere alla prova la sua lealtà? Dopotutto lei è una dissidente. Di chi potrà fidarsi all'interno di quella prigione dorata?
L'epilogo della storia non è affatto scontato.

Alla fine Irena riuscì a godersi il prezioso contatto con il neonato di quasi tre ore. Alle sette le guardie spalancarono la porta per fare l'appello, accompagnate da una sferzata di vento gelido. Quella baracca era stata esclusa dalla conta all'esterno solo perchè molte donne erano costrette a letto e le guardie s'indispettivano pericolosamente se le vedevano cadere durante la lunga attesa.

Davvero un bel romanzo, scritto in prima persona da un'ostetrica che ci regala particolari del momento del parto come solo chi li conosce perfettamente può fare. Ogni descrizione del travaglio e del parto è scritta così bene che sembra di assistervi di persona. La professionalità e la grande umanità che caratterizzano il lavoro di levatrice, la sua capacità di capire quando è il momento d'intervenire e quando invece si deve lasciare che sia il bambino a decidere come muoversi, è commovente. Questa grande umanità pervade tutto il romanzo, ma l'autrice riesce anche a farci vivere la strana atmosfera di quella ricca villa in cima alle montagne lontana dal mondo reale dove si soffriva e si moriva per la guerra, per le torture, per gli stenti.

<<Visto da dove vengo, sergente, non  mi faccio illusioni circa la posizione che occupo qui>>, dissi, <<sono ancora una prigioniera ridotta in schiavitù, per quanto la si voglia imbellettare>>.
<<Una schiavitù molto confortevole Fraulein>>, ribattè senza esitare, << deve solo tenere a mente questo. E la sua famiglia. Buona giornata>>.

Una gabbia dorata dove anche la giovane Eva è prigioniera non solo dei muri che la circondano ma anche della sua adorazione per un uomo che a malapena la sopporta e dal quale spera di ottenere un briciolo di attenzione in più regalandogli il prezioso erede.
Leggendo pagina dopo pagina si viene immersi in questo senso di prigionia e d'ineluttabilità. Inoltre la gravidanza procede proprio verso la fine del conflitto e la sconfitta del Reich, quindi sembra che tutto si muova in una specie di lento precipitare e noi vi siamo magistralmente guidati dalla memoria narrativa della protagonista.
Una cosa che mi ha fatto riflettere è stata il venire a conoscenza delle donne incinte nei campi di concentramento. Mille volte ho visto i filmati fatti dagli alleati che ritraevano i prigionieri dei campi, uomini e donne fatti di terrore ma mai vi avevo scorto donne in gravidanza. Questo romanzo mi ha fatto scoprire l'ennesima atroce verità di quegli anni oscuri. Donne che venivano prelevate già in gravidanza o che la scoprivano una volta prigioniere frutto della violenza subita dai carcerieri. Dolore su dolore, dopo il parto, i bambini venivano prelevati e uccisi gettandoli nei bidoni d'acqua. Che cose orribili sa fare l'essere umano? 
Nonostante ciò questo romanzo riesce a farci riconciliare con la nostra natura a volte così ripugnante grazie alla dolcezza della levatrice Anke che porta il suo afflato umano ovunque ce ne sia bisogno, che continua a credere, nonostante tutto, nelle parole che le diceva il padre “L'umanità vincerà, stanne certa”

Dal mio appartamento accanto a Chauseestrasse vedo il Muro crollare, piccoli gruppi che demoliscono anni di reclusione, corpi che scappano via veloci con il loro concreto pezzo di storia, già smerciabile. Come formiche con il loro bottino
~
Chiunque abbia visto il muro innalzarsi ricorda anche il tempo prima, durante e dopo la furia che si era impossessata della Germania, dell'Europa e del Mondo.

È un libro che consiglio davvero a tutti  per conoscere meglio dettagli che la storia ufficiale non racconta, cosa che ovviamente non riguarda la gravidanza di Eva Brown, quella è pura fantasia e per scoprire ancora una volta, la forza che abbiamo  con la quale possiamo sconfiggere la natura oscura che ci portiamo dentro e, forse possiamo fare nostra la frase del padre di Anke : “L'umanità vincerà. Siamone certi”.
Buona lettura!
Bello
Alla prossima, Silva Zenati
Il team di Passion For Books. ♥

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