Titolo: Unica testimone
Autrice: Tami Hoag
Genere: Thriller
Editore: Newton Compton Editori
Per acquistarlo → Unica testimone
to be continued...
SINOSSI
Quando il detective Nick Fourcade entra nella casa di Genevieve Gauthier, alle porte della tranquilla cittadina di Bayou Breaux in Louisiana, la scena che lo attende è la più brutale che abbia mai visto. Ma anche la più enigmatica. Il figlio di sette anni della donna, KJ, è stato ucciso, mentre lei è viva. Una testimone traumatizzata, inspiegabilmente risparmiata dalla ferocia dell’assassino. Non c’è alcun indizio che indichi un movente. La moglie di Nick, la detective Annie Broussard, è molto dubbiosa sull’accaduto: chi ucciderebbe un bambino lasciando illesa l’unica testimone? Quando la babysitter della giovane vittima, la dodicenne Nora Florette, scompare nel nulla, il panico comincia a diffondersi in città. C’è un maniaco che minaccia i bambini? Sotto la pressione dei media e dell’opinione pubblica, Nick e Annie hanno davvero poco tempo per trovare al più presto il colpevole, mentre ne servirebbe molto per vagliare tutti gli indizi e scavare nel passato torbido di Genevieve.
RECENSIONE
La trama di questo thriller/giallo
è stato un vero pugno nello stomaco per chi, come me, mal sopporta argomenti a
tinte forti. Seppur realistiche, e ahimè attuali, le indagini e i fatti che si
annodano e sciolgono nella cittadina della Lousiana di Bayou Breaux, nella calda
e umida zona del bayou, sono tra gli incubi più insopportabili dall’essere
umano. Sia che siano i poliziotti incaricati del caso, protagonisti della
storia, come il detective Nick Fourcade e la detective Annie Broussard, sia che
si tratti del lettore più avvezzo e appassionato a questo genere, gli omicidi
sui minori portano sempre con sé una sensazione di sgomento e incredulità.
“Chi vedeva un
cadavere per la prima volta, raccontava spesso di aver pensato fosse un
manichino, che non potesse essere reale, nonostante fosse ben raro trovare un
manichino fuori da un negozio. La mente rifiutava l’idea della morte,
soprattutto della morte violenta. E più il corpo era malridotto, meno reale
sembrava.”
Forse l’unico neo della
storia, a mio parere, sono le 450 pagine, a volte un po' tirate in alcune
ripetizioni, ma ho trovato comunque credibile la trama, intrecciata in maniera chiara
e fluida fino alla conclusione.
Plot pieno di colpi di scena e di tanti personaggi
che hanno ognuno un ruolo ben preciso nello svolgimento degli accadimenti.
Brava l’autrice a confondere il lettore fino alla fine, con una piacevole
narrazione e uno stile quasi cinematografico per far avanzare la storia.
“<<Non
puoi bocciare una teoria soltanto perché non vuoi che sia vera. Sai bene, come
lo so io, che le persone, se ne hanno davvero motivo, possono fare praticamente
qualsiasi cosa.>>
Aveva ragione,
certo. Il loro compito non era scegliere gli assassini e i moventi. Il loro
unico obiettivo era la verità, per quanto orribile potesse essere.”
Libro consigliato agli
amanti del genere e anche a chi volesse leggere un giallo/thriller ben fatto,
con l’avvertenza che si troveranno di fronte a situazioni delicate molto simili
purtroppo alla realtà e poco aderenti alla fantasia di un giallo classico.
Buona lettura!
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Bello |
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