Titolo: Il Farabutto e la Sgualdrina
Autrice: Pitti Duchamp
Genere: Romanzo storico
Editore: Words Edizioni
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to be continued...
SINOSSI
1814, Camden Castle
La domanda che tutto il ton londinese si pone è perché lady Arabella, lucente stella, madrina indiscussa della nobiltà e presenza onnisciente di tutte le manifestazioni mondane, sia sparita da un anno per rifugiarsi nella calma bucolica della casa ancestrale dei duchi di Camden. Poco dopo il temporaneo ritiro a vita privata di suo fratello e la sua amata duchessa per la nascita dell’erede ducale, la chiacchierata lady Arabella è infatti fuggita da Londra senza un saluto, senza spiegazioni e, apparentemente, senza una causa. Tuttavia, il passato la raggiunge con il passo claudicante del Marchese di Avenox e quella serenità sembra persa per sempre. E quando finalmente lei lo rivedrà, lo scintillio della sua anima inquieta riprenderà ad abbagliare il mondo. Fino a che punto sarà possibile ignorare l'attrazione? Fino a quando il Farabutto sarà capace di vivere e respirare senza la sua Sgualdrina?
RECENSIONE
Camden Castle,
1814. Dopo essersi ritirata da un anno dalle scene dell’aristocrazia londinese
nella tenuta del fratello e sua moglie, i duchi di Camden, Lady Arabella sarà
costretta a rivedere Il Marchese di Avenox. Il farabutto che le ha spezzato il
cuore con il suo rifiuto. Ora dovrà conviverci forzatamente per una settimana
visto che i Duchi di Camden hanno deciso di organizzare una serie di serate mondane
per celebrare la nascita del loro primogenito. Tra colpi di scena, battute a
doppio senso e passeggiate notturne riusciranno Lady Arabella e Lord Andrew,
nonché la sgualdrina e il farabutto a far sbocciare il loro amore? O si
conformeranno alle regole dell’aristocrazia?
Pitti Duchamp ci
regala una piccola perla. Un romanzo pur essendo storico che dietro la sua
apparente leggerezza nasconde una realtà di vita attualissima. Ambientato
nell'Inghilterra dei primi Ottocento dove la società, bigotta, è suddivisa nei
comparti stagni e le donne vengono considerate dei meri soprammobili da sposare
per concludere un buon affare, e l'amore è un sentimento effimero da escludere
dall'equazione.
«
…la definizione di morale per la classe sociale a cui appartenete è quanto mai
controversa. Da una parte si pretende che le fanciulle si preservino per il
proprio sposo e dall’altra si accetta come cosa normale che le mogli e i mariti
abbiano liaison al di fuori del matrimonio.»
La nostra
protagonista, Lady Arabella, è un uccellino di rara bellezza, forte del suo
titolo aristocratico non si piega alle imposizioni della società. È una
perfetta ammaliatrice, con grazia, astuzia ed eleganza dà voce ai suoi pensieri
senza mai recare offesa a nessuno. Oltre alla bellezza possiede una grande
intelligenza, che le dà la libertà e l'indipendenza che solo le donnacce a quel
tempo si potevano permettere. Sempre al centro dell'attenzione. Vittima però
della freccia di cupido che la fa innamorare sin dalla tenera età di otto anni di
Lord Andrew Bayeron-Monthy, Marchese di Avenox, il quale si rivela un gran
farabutto.
«Senza
nessuna offesa, Vostra Grazia, lady Arabella non sottostà ad alcuna regola.
Fabbrica da sola le sue leggi e le segue infischiandosene di quelle comuni.
Vostra sorella è una donna che non accetta costrizioni, contravviene alle
regole per il gusto di farlo. Per la soddisfazione di poterlo fare impunemente.
Se fosse nata uomo sarebbe diverso, ma è una donna e questo comportamento la
rende oggetto di biasimo»
Ma se dopotutto le
apparenze fossero soltanto quello, apparenze?
Una maschera per nascondere i
sentimenti di Andrew?
Insicuro e infelice. Reso tale dagli avvenimenti della
sua vita, non vuole mettere da parte il proprio orgoglio perché a un uomo non è
permesso essere debole, soprattutto non a un militare eroe di guerra. Lui
preferisce il dolore fisico che gli ricorda costantemente di essere un
menomato, piuttosto che rischiare di soffrire a causa della sua
sgualdrina. Non sopporta quella piccola
sfacciata che non si sottomette a nessuno, ma non può neanche resistere a
cercarla continuamente per poi trattarla con tutto il disprezzo che ha in
corpo. La loro interazione è fatta di occhi che si cercano non appena avvertono
la presenza l'uno dell'altro. D’altronde gli occhi sono lo specchio dell’anima
e le loro si parlano attraverso gli sguardi carichi di frasi non dette.
“Di
notte, l’odio verso ciò che Arabella rappresentava per il ton cadeva per far
posto a tutto il bene che provava per ciò che lei era: un vulcano d’amore, un
sentimento donato senza pretendere niente in cambio, fatto di attenzioni
silenziose, cure amorevoli, composto da metto al primo posto il tuo bene, poi
viene il mio.”
Per chi ha letto
"Frittelle al miele e altre dolcezze" sarà contento di ritrovarne i
protagonisti, anche se questo romanzo può essere letto indipendentemente da
quello precedente.
Scritto in terza persona dà voce a tutti i personaggi.
L'autrice ci dà la possibilità così di comprendere le dinamiche a
trecentosessanta gradi, valorizzando anche i personaggi secondari e svelandoci
cosa si nasconde dietro la bella facciata di alcuni di loro. Fondamentali sono
i dialoghi tra il Marchese Avenox e la madre, perché mettono in luce come il disprezzo
per lui è solo un’arma per nascondere l’amore incondizionato che prova.
«Perché
non andate a giocare a mosca cieca sul ciglio di uno strapiombo? Pare un
passatempo adatto a lady troppo interessate agli affari altrui.»
Un romanzo messo
in risalto dalla sua semplicità, con un linguaggio fluido che ti ammalia.
Carico di ironia e battutine a doppio senso. Ti ritrovi a divorare le pagine
una dietro l'altra, e in un attimo di rendi conto di essere arrivato alla fine.
Buona lettura!
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Bello |
Il team di Passion For Books. ♥
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