Titolo: Un maledetto lieto fine
Autrice: Bianca Marconero
Genere: New Adult
Editore: Newton Compton Editori
Ebook: 0,99€
Copertina rigida: 7,43€
Copertina flessibile: 12,90€
Per acquistarlo → Un maledetto lieto fine
to be continued...
SINOSSI
Agnese ha diciannove anni, è la figlia di un senatore piuttosto influente e ha ricevuto un’educazione rigida. Le piace disegnare ma ha messo i sogni nel cassetto e si è iscritta a Giurisprudenza. Dopo la morte della madre, ha imparato a nascondere a tutti i suoi veri sentimenti ed è diventata la classica ragazza ricca, perfetta, composta e fredda, ma in realtà piena di insicurezze. Quando la sua incapacità di lasciarsi andare allontana il ragazzo di cui è innamorata da anni, Agnese capisce di avere bisogno di aiuto. Vorrebbe qualcuno che le insegni a essere meno impacciata e Brando, il suo fratellastro appena acquisito, sembra proprio la persona giusta. Lui lavora di notte, suona in una band, e cambia ragazza ogni sera. Peccato che il bacio che i due si scambiano per “prova” sia lontano anni luce da un esercizio senza conseguenze. Così le loro lezioni di seduzione ben presto diventano qualcosa di più… Brando saprà insegnare ad Agnese che la lezione più importante di tutte è abbandonarsi alle emozioni?
RECENSIONE
Mai come questa volta ho compreso il titolo di un libro,
ahimè, solo alla fine.
Per la prima volta ho sperato che la storia continuasse
ancora dopo l’ultima pagina. Se non fosse stato per il capitolo Ringraziamenti, avrei pensato di aver
letto una copia monca o difettosa. Non so se l’autrice, di cui leggo per la
prima volta qualcosa, abbia previsto un seguito della storia (penso di sì dal
finale aperto) ma se così non fosse esorterei vivamente lei o la CE a prenderne
in considerazione l’idea.
Ci sono, a mio avviso, ancora tante cose da poter
approfondire, alcuni personaggi ancora da punire, questioni da far quadrare e,
non ultimo, ancora tante rivincite da far prendere ai due protagonisti.
La
sensazione che mi lascia è quella di aver letto mezza storia con un gran
potenziale di sviluppo. Anche se, finita la lettura e lasciando decantare per
un po’ l’epilogo, si riesce quasi ad apprezzarne lo straziante finale così come
concepito dall’autrice, per la coerenza con i personaggi e i loro caratteri.
Senza spoilerare e rovinare così una bella lettura, ricca di situazioni e
avvenimenti coinvolgenti, posso dire di aver comunque gustato velocemente tutto
il romanzo dall’inizio alla fine.
È scritto molto bene e in maniera fluida, anche
le scene più osé sono equilibrate e mai volgari anzi direi che sono le emozioni
quelle che l’autrice riesce a far risaltare principalmente, alternando i
capitoli tra i punti di vista di Agnese e Brando.
La storia, scritta in prima
persona, è quella sentimentale che si trasforma lentamente tra due ragazzi
costretti a essere fratellastri in seguito al matrimonio dei rispettivi
genitori ormai vedovi. Pochissima la differenza di età che li divide così come
diametralmente opposto è tutto il resto che li riguarda: stato sociale,
amicizie, sogni e aspirazioni e perfino la zona di Roma in cui sono cresciuti.
“Resta giusto il
rischio di incontrare lui, il debosciato. Sto parlando di Brando Serristori, il
figlio della moglie di mio padre. Da due anni lui vive nella mia casa ed è come
la combinazione simultanea di una spina nel piede e di un calcio in bocca. Una
specie di Kurt Cobain che si atteggia a ribelle e passa metà della sua vita a litigare
con mio padre e l’altra metà a suonare con la sua band, in locali malfamati. Ma
è mezzanotte appena. Ovunque sia ad ammazzarsi di birra e musica orrenda,
probabilmente la sua serata non è neppure iniziata.”
Brando con la madre, donna fragile e con poco carattere, si
trasferisce nella villa del ricco politico accentratore Altavilla e di sua
figlia, con i quali per due anni vive un rapporto distaccato e insofferente
solo per il bene della madre. Musicista dotato e sognatore, figlio di un padre
eclettico come lui, si circonda degli amici fidati che sono anche i componenti
della sua band.
Pier, su tutti l’amico per eccellenza, quello che non dovrebbe
mancare nell’adolescenza di ognuno.
Agnese, ragazzina di neanche
diciannove anni, viziata e manipolata caratterialmente dal padre, succube della
sua condizione sociale e del ricordo di una madre che in vita ha avuto un gran
peso nella società bene romana. Il loro rapporto è praticamente nullo
all’interno delle mura domestiche per due anni, finché l’ingenua Agnese non
chiede aiuto allo smaliziato fratellastro per “risolvere” una questione
personale e apparire meno innocente e infantile agli occhi di Mattia, il ragazzo
di cui ha sempre bramato le attenzioni. Ma le conseguenze a questa semplice
richiesta di aiuto saranno l’inizio di una ben più complicata storia di
sentimenti.
Il personaggio di Agnese è mostrato frivolo e altezzoso, spocchioso
e infantile, fondamentalmente molto solo e in cerca di continue approvazioni.
Eppure, è quello che mi ha intrigato di più, ne ho percepito la maschera necessaria
a proteggersi e la fragilità nel soccombere alla sua realtà, fingendo anche con
se stessa che la sua vita fosse consapevolmente una sua scelta.
“Il fiume mi fa ancora
compagnia sul Lungotevere Marzio. La sua superficie replica le luci in un modo
che affascina e allo stesso tempo inquieta. Se non sapessi nulla della
consistenza dell’acqua, penserei che è affidabile. Proverei a calpestarla e
finirei per sprofondare.”
Da Brando è impossibile non farsi catturare, dalla sua
esuberanza dalla sua musica e dalla sua bellezza. Troppo facile parteggiare per
lui, più difficile è convincersi che sia solo un personaggio inventato. La cosa
che ho odiato di più in entrambi è stata sicuramente l’incapacità reciproca di
esprimere i loro sentimenti con chiarezza, cosa che non è cambiata neanche alla
fine del romanzo, imprimendo così alla storia quella sensazione di
incompiutezza. Accurata l’ambientazione e le scorrazzate in giro per la
capitale tra piazze, ponti e vicoli in successione reale, che rendono più vive
le scene agli occhi del lettore.
“Mi sposto per Roma
con la Vespa di mio padre, un mezzo che non venderei per niente al mondo. Una
delle poche cose, assieme ai suoi dischi e ai suoi libri, che mi ricordano chi
sono. Lasciare questo rione è sempre un atto di violenza verso me stesso. Non
soltanto per i ricordi, legati a queste strade, o per gli amici che ancora
vivono qui, non è solo per ciò che mi lascio alle spalle, ma anche per ciò che
mi aspetta dall’altra parte del fiume. Già nel momento in cui attraverso ponte
Mazzini, io mi sento venire meno il fiato. Seguo il Lungotevere per tardare il
momento in cui l’altra riva sparirà dalla mia vista. Non sono mai pronto ad
andarmene. I miei amici sono una parte della mia forza.”
Buona lettura!
![]() |
Bello |
Il team di Passion For Books. ♥
Nessun commento:
Posta un commento