Titolo: Il settimo canone
Autore: Robert Dugoni
Genere: Thriller
Editore: Amazon Crossing
Ebook: 4,99€
Disponibile in Kindle Unlimited
Cartaceo: 9,99€
Per acquistarlo → Il settimo canone
to be continued...
SINOSSI
Un adolescente che si prostituiva per le strade del Tenderloin, il quartiere malfamato di San Francisco, viene assassinato e trovato in un centro per giovani senza fissa dimora gestito da Padre Thomas Martin. Nonostante le accuse ricadano su di lui e le prove sembrino schiaccianti, il sacerdote si dichiara innocente. E l’avvocato Peter Donley è dalla sua parte.
Donley si è fatto le ossa nello studio di suo zio, Lou Giantelli, e ha un disperato bisogno di guardare in faccia il passato. Per questo accetta il caso, deciso ad andare fino in fondo.
Dall’altro lato, un procuratore distrettuale a caccia di titoli da prima pagina e uno spietato poliziotto sospeso dall’incarico in cerca di vendetta sono intenzionati a intorbidire l’indagine con tutte le loro forze. Eppure Donley è determinato a svelarne i segreti più osceni, anche a costo della vita.
RECENSIONE
Cari romantici, ho appena terminato "Il settimo canone" di Robert Dugoni e sono qui per parlarvene.
Il protagonista è l'avvocato Peter Donley, un uomo che svolge bene il suo lavoro e che per la prima volta dovrà occuparsi di un caso molto serio. È stato infatti ucciso un adolescente in un modo brutale; il ragazzo aveva a che fare con la droga e la prostituzione. A ritrovarlo è Padre Thomas Martin, un prete del tutto anticonvenzionale con tatuaggi e piercing, ma dalle buone intenzioni. Egli gestisce un luogo d'accoglienza per i ragazzi di strada, un'iniziativa positiva e utile, che però gli costerà l'accusa di aver ucciso il ragazzo. Donley dovrà scoprire cos'è successo e fare i conti col suo burrascoso passato.
"«Hai scalato come più alte di quelle che ho mai dovuto scalare io, ma te ne resta ancora una, e lo sai. Il passato è sempre la vetta più alta e la più difficile da raggiungere.»"
Ho trovato alcuni momenti dispersivi e prolissi, che mi hanno fatto un po' perdere l'entusiasmo per questo romanzo, che, a mio avviso, poteva avere un potenziale altissimo.
Mi sono subito sentita ispirata dalla trama, interessante e particolare, ma a libro concluso non posso ritenermi totalmente soddisfatta.
"«La giustizia non sempre riguarda ciò che è giusto o sbagliato, ma ciò che si può o non si può dimostrare.»"
Grande ripresa, invece, nel finale ricco di azione e colpi di scena.
La conclusione movimentata è stata in grado di scuotermi ed emozionarmi.
Purtroppo, per il resto della lettura, non sono rimasta colpita particolarmente.
In un certo senso, tutto ciò che mi è sembrato interessante, come l'omicidio, il prete, il centro d'accoglienza, è passato in secondo piano e di questo mi è dispiaciuto.
"«Nessuno mi ha mai aiutato, mai. Nessuno ha mai aiutato me o mia madre. Ho aspettato per diciotto anni che qualcuno ci aiutasse. Non l'ha fatto nessuno.»"
Personalmente non mi ha trasmesso emozioni e mi ha fatto sentire un po' delusa. Ma questo è dettato da gusti puramente personali.
Mi sento comunque di consigliarvi questa lettura, soprattutto a chi ama i legal thriller.
"«Il mio lavoro è difendere il mio cliente meglio che posso, che sia colpevole o innocente.»"
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Piacevole |
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